Dopo Wall Street Journal e Financial Times, un altro prestigioso quotidiano sembra ormai pronto ad affrontare la sfida dei contenuti pay. Stando infatti a quanto riportato sul Web ieri (domenica 17 gennaio) dal New York Magazine, l'edizione on line del New York Times, oggi completamente gratuita in tutte le sue sezioni, sarà presto a pagamento.
Per la conferma ufficiale di una decisione di cui si discute negli Usa da molto tempo dovrebbe essere solo questione di giorni, settimane al massimo, anche se i portavoce si limitano a parlare di studi di marketing tutt'ora in corso e di cambiamenti che presto caratterizzeranno il sito.
L'annuncio è assai atteso quindi per capire quali saranno le modalità attraverso le quali il Nyt farà pagare ai suoi lettori le notizie. Un'ipotesi parla di una tariffa mensile ma la tesi più accredita è quella che porta a un modello "temporizzato" molto simile a quello adottato dal Financial Times, e cioè basato su un certo numero di articoli disponibili gratuitamente nell'arco del mese che una volta "esauriti" preludono a un esborso settimanale variabile (per il Financial Times le cifre in questione vanno da 3,59 a 6,99 euro) per costi e tipologia di contenuti e servizi richiesti.
Non sarebbe in sostanza un abbonamento tout court su base periodica (mensile) abbinato a micro pagamenti per i singoli articoli, modello prescelto da Rupert Murdoch per offrire a pagamento il Wall Street Journal.
Per il New York Times l'esperimento delle "news premium" è di fatto un ritorno al passato, nel senso che già nel 2005 il quotidiano della Grande Mela provò a lanciarsi nel campo dei servizi a pagamento dovendo poi abbandonare il progetto Time Select (che verteva su opinioni e commenti) dopo soli due anni per lo scarso tornaconto economico dell'operazione. Oggi, invece, il calo drastico degli introiti pubblicitari e il conseguente rosso di bilancio avrebbero imposto all'editore una nuova sferzata.
In attesa dell'ufficialità, le indiscrezioni legate ai possibili accordi in rampa di lancio si sprecano. La più interessante riguarda il fantomatico tablet iSlate di Apple, che dovrebbe essere svelato il 27 gennaio: tra le applicazioni disponibili al momento del suo lancio sul mercato, in primavera, ci potrebbe essere anche una versione digitale del New York Times.
L'idea è senz'altro accattivante, così come molto d'appeal è sulla carta la presenza a pagamento del Nyt sul Kindle di Amazon, ma c'è da fare i conti con le intenzioni dei lettori.
Secondo un recente sondaggio effettuato dalla società di ricerca specializzata Harris, infatti, il 77% degli utenti online non è intenzionato a sborsare neppure un centesimo per le notizie pubblicate sul Web e solo il 19% sarebbe dell'idea di pagare cifre comprese fra uno e 10 dollari al mese. La querelle sull'opportunità/necessità di rendere a pagamento l'informazione di qualità, in cui Google recita come noto da protagonista per via della battaglia in essere con i grandi editori e le agenzie di stampa (l'Associated Press nella fattispecie), è più che mai aperta.