Per non lasciare il monopolio della cultura al colosso americano il paese ha lanciato un maxiprogetto. Il costo sarebbe di 165 milioni di euro
La Germania lavora a una immensa biblioteca digitale per competere con Google Books. La sfida non è tanto di natura commerciale, ma animata dalla volontà di non lasciare il monopolio della cultura nelle mani di un colosso privato. Google ha già digitalizzato circa 10milioni di libri in tutto. Il centro di digitalizzazione della Bavarian state library ne ha scannerizzati 45mila.
Ma il progetto raccontato dallo Spiegel online è immane. Il ministro della Cultura tedesco, Bernd Neumann, lo definisce «il progetto del secolo». Metterà insieme milioni di libri, film, immagini e registrazioni audio oggi custoditi in più di 30mila biblioteche, musei e archivi. Si chiamerà Deutsche digitale bibliothek (Ddb). La prima sperimentazione sarà online nel 2011 e riservata solo a un campione di utenti. L'obiettivo è integrare il nuovo archivio digitale con Europeana, il portale lanciato nel 2008 con ambizioni molto simili. Rispetto al progetto di Google, quello tedesco promette una maggiore tutela del copyright.
Non mancano le difficoltà. Diversi osservatori hanno sottolineato il costo di un'operazione del genere: l'associazione delle biblioteche tedesche vuole digitalizzare 5,5 milioni di titoli in dieci anni. Il costo sarebbe di 165 milioni di euro. Altre critiche riguardano il copyright: è possibile raggiungere un'affidabile garanzia contro la pirateria online? I tedeschi guardano con invidia alla Francia, dove il presidente Nicolas Sarkozy - forte sostenitore della tutela degli autori di opere di ingegno e della cultura nazionale - ha promesso un finanziamento di 750 euro per lo stesso progetto.
C'è chi sostiene che in fondo converrebbe lavorare a fianco di Google, cosa che la Bavarian state library sta già facendo dal 2007 con le opere non coperte da copyright. Ogni settimana cinquemila volumi lasciano gli scaffali della biblioteca e finiscono in una località segreta della Bavaria dove vengono digitalizzati da Google. Di questo passo, rileva Spiegel, in quattro anni il lavoro sarà completo.