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www.buonenotizie, nelle mail dei lettori vanno le good news

di Luca Salvioli

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9 febbraio 2010
www.buonenotizie, nelle mail dei lettori vanno le good news
Lo studio dell'università della Pennsylvania
Nobel a internet? No, grazie
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La regola delle tre "s" (sesso, sangue, soldi) ha fatto il suo tempo, nell'era digitale i lettori danno maggior valore agli articoli che creano un piacevole sgomento, la meraviglia della scoperta e la condivisione di una buona notizia. I ricercatori dell'università della Pennsylvania sono arrivati a questa conclusione studiando per più di sei mesi, ogni quindici minuti, la lista degli articoli più segnalati via mail dai lettori del New York Times. Le news, più di 7.500 articoli, sono state analizzate da lettori indipendenti e algoritmi informatici che dessero conto del livello emotivo e la valenza positiva o negativa del contenuto. Il risultato è stato ponderato valutando la posizione degli articoli in pagina, il momento di pubblicazione e la sezione.


L'esito dello studio ha sorpreso anche i ricercatori. Le notizie "emozionanti" vengono segnalate maggiormente e, in particolare, le buone notizie sono preferite a quelle negative. Non solo, contrariamente a quanto viene generalmente detto gli articoli lunghi non fanno scappare i lettori, ma li convincono a spedire una mail a un amico. Va detto, avvertono gli studiosi, che generalmente gli articoli più prolissi sono anche i più coinvolgenti e dunque rientrano nella fortunata macrocategoria. Certamente vale più il contenuto del numero di battute, ma, come spiega John Tierney sul New York Times, il tema della lunghezza meriterebbe un'analisi a parte.

I lettori inviano via mail notizie che generano un «senso di ammirazione ed elevazione nei confronti di qualcosa più grande di noi». Come vedere il Gran Canyon, ascoltare grandi teorizzazioni o ascoltare una canzone meravigliosa. Ecco perché le notizie scientifiche sono risultate tra le più inviate. Spedire una mail implica un maggiore identificazione rispetto alla semplice lettura. La scelta di questi temi sarebbe legata alla ricerca di una «comunione di emozioni», spiega Berger, psicologo sociale e docente di marketing alla Penn's Wharton school. Se una notizia richiede lo sforzo mentale di vedere il mondo secondo inaspettati punti di vista, la condivisione di questo stato con un amico non può che avvicinarlo a noi.

Lo studio dell'università della Pennsylvania
Nobel a internet? No, grazie

9 febbraio 2010
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