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Consumatori e hi-tech, mercati emergenti a doppia velocità

di Gianni Rusconi

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01 febbraio 2010

Nel corso del 2010 i consumatori di Paesi in via di sviluppo come Cina, India, Malesia e Singapore tenderanno ad acquistare e utilizzare dispositivi tecnologici due volte di più rispetto a quelli che vivono e lavorano negli Stati Uniti, in Germania, Francia e Giappone. Lo dice una ricerca di Accenture "Consumer Electronics Product and Services Usage" che ha messo a confronto 16.000 persone residenti in mercati cosiddetti maturi ed emergenti con il preciso fine di individuare i modelli di spesa e di utilizzo, attuali e futuri, relativamente a 19 diverse categorie di prodotti hi-tech, tra cui smartphone, Tv ad alta definizione, macchine digitali e personal computer. Fra le risultanze dell'indagine, gli analisti ne hanno evidenziate almeno tre di particolare significato. La prima: l'84% dei consumatori dei Paesi emergenti è disposto a pagare un prezzo superiore per l'acquisto di prodotti tecnologici che siano anche ecocompatibili, rispetto al 50% evidenziato da coloro che abitano in Paesi sviluppati. La seconda: il 67% degli utenti dei mercati in via di sviluppo ha acquistato almeno uno smartphone nel corso del 2009 e questo trend sembra confermarsi anche per il 2010, con il 52% dei consumatori che ha dichiarato di bissare la spesa per questa tipologia di prodotto. Per i Paesi sviluppati le percentuali in questione scendono rispettivamente al 32% e al 20%. La terza: rispetto a quanto succede fra gli utenti tecnologici dei mercati maturi, nelle aree emergenti i consumatori si si sono connessi il doppio delle volte ai social network (69% contro 38%) e hanno utilizzato maggiormente videogiochi su dispositivi portatili (58% contro 28%).
Una sorta di plebiscito per le potenzialità di Cina e compagnia che Accenture spiega anche con la rapida espansione della "middle class" di questi Paesi e della sua capacità di acquisto. I mercati emergenti, altro fattore chiave, hanno recepito molto velocemente tecnologie e dispositivi in fatto di diffusione e utilizzo e a completare il quadro di un vero e proprio boom annunciato c'è il non trascurabile impatto esercitato dalla popolarità dei social network a livello mondiale per quanto riguarda la domanda di dispositivi dotati di connettività wireless, smartphone ovviamente compresi.

Teenager sempre più tecnologici: Web, Tv e videogame a rischio abuso?
I dati che emergono da studi a campione sono da prendere sempre con le pinze ma danno pur sempre un'indicazione dei fenomeni che finiscono sotto osservazione. Nel caso del rapporto fra giovanissimi e tecnologie c'è da pensare seriamente (e i genitori soprattutto) se la popolarità di Internet e dei gadget hi-tech non stia rasentando l'abuso. Qualche esempio? Gli adolescenti americani, stando a un recente studio, passerebbero mediamente sette ore e 38 minuti al giorno davanti a televisione, computer, videogame e cellulare (iPhone ma ovviamente non solo). Sotto osservazione sono finiti 2.000 adolescenti compresi tra gli 8 e i 18 anni di età. Sempre dagli Stati Uniti, un'indagine condotta la scorso estate da Nielsen ha confermato come nonostante la capillare diffusione dei social network i giovani fra i 12 e i 17 anni abbiano nella Tv il loro passatempo preferito rispetto al Web. In media ogni teenager spende poco meno di mezz'ora al giorno interagendo on line su Facebook o Twitter e passa quotidianamente tre ore e 20 minuti davanti al televisore. Mettiamoci nel conteggio videogame (un ragazzo fra gli 8 e i 18 anni presenta sintomi da giocatore patologico, stando a quanto rilevato da uno studio del National Institute on Media and the Family) e cellulare ed ecco che la giornata tecnologica è pressoché organizzata.

Da questa parte dell'oceano fanno riflettere i dati raccolti da Forrester l'autunno scorso su un campione di 1.381 internauti europei tra 12 e i 17 anni. Le abitudini degli adolescenti francesi, in particolare, hanno destato giustificati allarmismi: la metà di loro guarda sistematicamente la Tv mentre naviga in Rete e altrettanti utilizzano invece il cellulare, mentre il 52% discute invece on line con gli amici di ciò che sta guardando in televisione. Una propensione alla multiattività digitale molto accentuata che non trova riscontri in altri Paesi europei: la media continentale che misura l'utilizzo combinato di Tv e Web arriva però al 45% e il dato relativo all'Italia si ferma al 28%.

01 febbraio 2010
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