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L'acquisto online non sfonda

di Daniele Lepido

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16 Marzo 2010
L'acquisto online non sfonda (Foto Marka)

Ordinare un oggetto tecnologico su internet è come acquistare un pallone allo stadio. I beni di consumo, dicono gli esperti, iniziano a "parlare" con i luoghi nei quali "vivono" e non essendo ancora il web un media universale come un supermercato (fisico), è più facile che con un clic si mettano nel carrello un televisore a schermo piatto, uno smartphone o un decoder per il digitale terrestre, piuttosto che un cesto di frutta (viaggi e voli low-cost a parte). Ecco forse il motivo per il quale, in un contesto di contrazione dei consumi, nel 2009 l'ecommerce di prodotti hi-tech nell'Europa a undici è aumentato del 9,6% (pari a 13,3 miliardi di euro) a fronte di un calo dei canali tradizionali di quasi il 5% (101,7 miliardi).
Sono questi i dati macro che emergono dalla quarta edizione dell'Internet sales forum che si terrà oggi a Milano, organizzato da Gfk con Andec (l'Associazione importatori e produttori di elettronica), che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Peccato però che per l'Italia questo discorso non valga: il peso delle vendite online nel settore del retail market è sceso al 5,1% dal 5,2 dell'anno prima (-3,6%), pari a 742,8 milioni di euro contro il rimanente 95% fatto di vendite "fisiche", pari a oltre 13,9 miliardi. Nel Vecchio Continente le vendite di beni tecnologici sul canale virtuale valgono mediamente l'11,6% del totale: si va dai paesi più affezionati agli acquisti online, come la Gran Bretagna (dove il peso delle vendite su internet supera il 17%), passando per Germania (15,9%) e Francia (11,1%). L'Italia è solo al quinto posto con, appunto, il 5,1 per cento. Da noi infatti i mercati della tecnologia di consumo, il così detto retail market, hanno chiuso l'anno in negativo (-1,6%), nonostante la lieve ripresa degli ultimi quattro mesi. I segnali positivi, tuttavia, sono concentrati su pochi segmenti "drogati" soprattutto dalla rivoluzione forzata del digitale terrestre. E quindi: bene televisori piatti, decoder satellitare, smartphone di ultima generazione (male invece i cellulari tradizionali), i netbook, le console per videogiochi e le "chiavette" internet.
«Sulla dinamica dei consumi ha inciso una pluralità di fattori – spiega Antonio Besana, in Italia direttore commerciale di Gfk per l'area retail and technology –: nel periodo di crisi si rafforza la razionalità nelle scelte dei consumatori e così minore importanza rivestono gli acquisti di impulso e maggiore attenzione viene rivolta alla qualità e alla affidabilità del prodotto. Meno atti di acquisto, quindi, ma rivolti a prodotti di fasce di prezzo più elevate, con preferenza verso i prodotti innovativi (televisori lcd con tecnologia led o i lettori blu ray)».
A dare lo sprint decisivo a questi mercati una componente importante è arrivata dal fenomeno dello switch off della tv analogica e quindi il passaggio al digitale terrestre, che ha sostenuto il mercato delle televisioni, arrivato a superare i 6,5 milioni di unità. Un altro effetto importante, sostengono da Gfk, è dato da un cambiamento nello stile stesso dei consumi dei prodotti informatici, legato molto al mondo internet e ai prodotti con maggiore connettività (si veda il boom dei mini computer e delle chiavette).
Tra gli altri prodotti che online hanno venduto molto bene ci sono le macchine fotografiche reflex digitali e più in generale il comparto foto (+30%), ma anche elettrodomestici come lavatrici e frigoriferi (+26%) o le macchine per il caffè e gli aspirapolvere (+28%). Male i "vecchi" computer portatili (-13%), così come i supporti vergini come cd e dvd riscrivibili (-20%) sui quali pesa la scure del decreto del 30 dicembre 2009 con il quale il ministero dei Beni culturali ha stabilito la revisione del sistema dei compensi per la copia privata dovuti dai produttori e importatori di apparecchi di registrazione audio e video, supporti e memorie. «Quello che succederà – racconta il presidente dell'Andec Maurizio Iorio – è che il nuovo compenso inciderà in misura significativa sul prezzo dei prodotti e rappresenterà in diversi casi la principale componente di costo. In pratica, in un mercato caratterizzato da prezzi in discesa e da capacità di memoria in crescita, i prezzi saranno forzatamente mantenuti elevati per fare fronte al nuovo compenso».
daniele.lepido@ilsole24ore.com

16 Marzo 2010
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