Avere cervello e talento e metterlo a profitto per guadagnare soldi, esperienza e, perché no, trovare un lavoro. I nuovi business social network mettono in contatto chi ha un problema da risolvere con quanti sono in grado di fornire soluzioni. Con grande beneficio per entrambe le parti
Un pezzo di codice informatico da scrivere per 100 euro, un algoritmo particolarmente ostico da sbrogliare per 250 euro, le best practise di un ramo aziendale da sviluppare per 1000 euro o la traduzione di un testo dall'italiano al cinese per 35 euro: sono solo alcune delle questioni in cerca di soluzione che si possono trovare nei nuovi business social network, vere e proprie piazze mercato virtuali e luogo di circolazione delle idee più innovative e strategiche. La connotazione delle nuove piattaforme che stanno nascendo ovunque in rete è quella di essere degli autentici centri di ‘problem solving' che mettono a confronto le due facce di una stessa medaglia: un problema e la sua soluzione. I protagonisti delle nuove reti sociali hanno ruoli distinti ma spesso intercambiabili: da una parte c'è un azienda, un manager , un piccolo imprenditore o anche un semplice utente disposto a spendere del denaro pur di trovare una risposta efficiente ad un busillis di cui non riesce a venire a capo, dall'altra chi propone le soluzioni. Il primo detto ‘seeker' delinea la questione, fissando tempistica, budget e compenso; i secondi chiamati ‘solver' inviano le loro idee, la migliore delle quali viene remunerata come stabilito.
"Ultimamente c'è una crescente domanda di idee e soluzioni da parte delle aziende, accompagnata dalla necessità di poter accedere a soluzioni che forniscano diversi punti di vista sui problemi, senza rischiare soldi", spiega Dario Panarello, di Hypios.com (): "Allo stesso tempo ci sono ricercatori e professionisti le cui competenze spesso non vengono sfruttate appieno e che vanno invece valorizzate". La comunicazione solver-seeker del market place posto in essere da Hypios è monodirezionale: il solver può chiedere al seeker delucidazioni in merito al problema posto dal seeker, e quest'ultimo risponderà solo a quel solver in maniera anonima in modo da tutelare il seeker da richieste pressanti o offerte di lavoro indesiderate.
"Attento alle necessita di entrambe le parti in gioco", aggiunge Panarello, "per tutelare i solver, composti per la maggior parte da studenti, ricercatori (oltre 30.000 PhD student a Novembre 09), ma anche professionisti o esperti che hanno concluso l'attività professionale, operiamo una severa selezione dei seeker al fine di assicurarne l'affidabilità. La credibilità è fondamentale per garantire l'esistenza di un vero mercato delle idee".
Stessa garanzia di anonimato anche su InnoCrowding (www.innocrowding.com). Per gli scambi dilemma-soluzione il portale utilizza solo l'inglese ma cerca di agevolare seeeker e solver alle prese, oltre che con i propri, anche con i problemi linguistici, utilizzando un team di 200 esperti che provvedono all'adattamento delle proposte dall'italiano all'inglese.
Per cimentarsi con le soluzione ai quesiti posti non solo da aziende ma anche da istituzioni accademiche e pubbliche e organizzazioni non-profit, si può invece provare ad entrare a far parte della schiera degli oltre 160mila solver che popolano la piattaforma InnoCentive.
Aperti indistintamente e gratuitamente ai solver, i nuovi business social network offrono dunque una possibilità a quanti possiedono un'intelligenza brillante, al di là delle competenze specifiche e del grado d'istruzione. L'importante non è infatti vantare un buon curriculum vitae ma un pizzico di genialità, anche solo nel pensare il nome di un robot. E' il caso di Starmind.com: nato sulla base dell'esperienza accumulata dal suo giovane fondatore Pascal Kaufmann presso il MIT di Boston e altre università, il social network è una piattaforma per lo scambio di conoscenze, non solo a scopo di lucro, orientata ai quesiti tecnicamente complessi da risolvere all'impronta. Un esempio è il progetto di ricerca robotica Ecce-Robot condotto dal ‘Artificial Intelligence Laboratory di Zurigo dove è in fase di sviluppo il robot umanoide Cronos: "Da tempo Starmind sostiene questa ricerca", spiega Kaufmann" e grazie ai quesiti risolti dai nostri solver continua a progredire e spesso il solver che ottiene il compenso reinveste il denaro per porre a sua volta un altro quesito alla comunità". Da tutte queste transazioni basate sulle idee, viene detratto un 10 per cento che serve al mantenimento e allo sviluppo del sito.
Ma se oltre alle idee nel cassetto si hanno anche dei prototipi, il posto giusto è Idea Wicket: si tratta di un social network dedicato all'innovazione e alle invenzioni che si pone come punto di raccordo tra chi ha una scoperta ancora in nuce o già realizzata e le aziende.
Del resto, come sottolinea Kaufmann: "Un' idea innovativa se non condivisa non ha nessun valore".