È andato al drammaturgo britannico Harold Pinter (75 anni) il premio Nobel per la letteratura. Nella motivazione dell'Accademia di Svezia si legge: «Nelle sue commedie scopre il precipizio che si nasconde sotto le chiacchiere di tutti i giorni e si fa strada nellestanze più segrete dell'oppressione».
«Non ci sono significative differenze tra ciò che è reale e ciò che è irreale, non tra ciò che è vero e ciò che è falso. Un fatto non è necessariamente vero o falso, può essere entrambi», così ha scritto «il padre del teatro dell'assurdo» nel 1958.
Nato in un sobborgo di Londra nel 1930 nella sua vita è stato drammaturgo, regista, attore, poeta e attivista politico. Ha iniziato la sua carriera teatrale studiando in prestigiose scuole di recitazione e lavorando in una compagnia in giro per l'Irlanda sotto lo pseudonimo di David Barron. Ha esordito come drammaturgo nel 1957 con l' opera prima "La stanza" in cui già compaiono elementi che caratterizzano anche le sue opere successive: il senso del mistero, della minaccia attraverso l'omissione di spiegazioni di ciò che avviene sulla scena.
Nel 1960 ha messo in scena "Il calapranzi " e "Festa di Compleanno". Nei suoi lavori è presente l'influenza di autori quali Kafka, Beckett e del teatro dell'assurdo costruito intorno alle nevrosi, alle ambiguità, al senso di alienazione rappresentati grazie all' utilizzo dei silenzi e delle sospensioni. In Italia fece clamore quando nel 1973 alla prima della sua commedia "I vecchi tempi", contrariato dalla regia di Luchino Visconti, ne bloccò l'esecuzione.
Nella sua carriera ha scritto 29 commedie. È stato insignito di numerosi premi prestigiosi. Tra questi: Il Premio europeo per la letteratura, il premio Pirandello, e il premio letterario britannico David Cohen. Nel 1999 ha scritto un manuale letterario per la Royal Society di Letteratura.
Quattro anni fa l'Università degli Studi di Firenze, gli ha conferito la laurea honoris causa in lettere moderne.
fra gli altri capolavori «Il guardiano» (1960), «Il ritorno a casa» (1965), «Tradimenti» (1978), «Ceneri alle ceneri» (1996), «Celebration» (1999). E ancora: «Voci di famiglia» (1981), «La lingua di famiglia» (1988),«Party time» (1992) e «Chiaro di luna» (1993).
Nella sua carriera di artista non sono mancate neppure molteplici sperimentazioni nel mondo del cinema. Ha collaborato con Joseph Losey scrivendo la sceneggiatura di alcuni importanti film: Ilservo (The servant, 1962), L'incidente (Accident, 1967),Messaggero d'Amore (The go between, 1970). Ma anche per The Pumpkin Eater regia di Jack Clayton (1964), Diario della tartaruga (Turtle Diary) regia di John Irvin (1985), e "Tradimenti" (1983) di David Jones portato sul grande schermo da Jeremy Irons e Ben Kingsley.
Dal 2001, dopo aver scoperto di essere malato di cancro, ha deciso di dedicarsi interamente alla poesia e all'impegno sociale con Amnesty International, lasciando in secondo piano la scrittura per il teatro.
