«La gravità in questo spettacolo è considerato un dettaglio.
Il pubblico deve sentirsi libero di interpretare a suo modo la storia e lasciarsi incantare dai corpi che perdono la connotazione di esseri umani e diventano aerei». Così la coreografa e fondatrice del gruppo descrive il nuovo spettacolo del gruppo di danzatori-ginnasti Kataklò, ora a Milano al Teatro Smeraldo fino al 30 ottobre.
Dopo il debutto a Bologna, la scorsa settimana, I Kataklò sono partiti con la loro quarta tourneè per presentare, in giro per l'Italia, l'ultimo lavoro dal titolo "Livingstone". Una storia scritta e raccontata con musiche originali composte da Andrea Pozzoli.
Il racconto è ispirato al celebre romanzo di Richard Bach "Il Gabbiano Jonathan Livingstone" ma la storia si apre al più ampio tema del volo e al desiderio, insito nell'essere umano, di superare i propri limiti fisici e mentali. «Per la prima volta racconteremo una storia - continua la coreografa Staccioli - nei precedenti spettacoli usavamo un tema portante per realizzare coi nostri corpi, quadri differenti. Oltre allo sforzo fisico, In "Livingstone" ai ballerini è richiesta una forte dose di interpretazione e drammaturgia. Il gabbiano Jonathan non è poi che lo spunto per richiamare personaggi dal mitologico Icaro, il celebre personaggio mitologico a Patrick de Gayardon, morto per i suoi esperimenti di volo umano nel 1998. Il senso dello spettacolo è stimolare il pubblico a ritrovare il desiderio delle ali perdute».
Oltrepassare i limiti della fisicità umana è una filosofia che ha accompagnato questo gruppo di ballerini ginnasti dalla sua fondazione nel 1995, quando, Giulia Staccioli, campionessa olimpica di ginnastica ritmica poi componente dei Momix, gruppo di ballo statunitense, torna in Italia e decide di mettere insieme un gruppo di dodici atleti provenienti dal mondo della ginnastica artistica e ritmica. È la prima compagnia italiana di "dance athletic theater". Il nome Kataklò, dal greco "io ballo piegandomi e contorcendomi", ben rappresenta le finalità del gruppo. Nel 1996 il debutto con "Indiscipline" uno spettacolo che subito viene accolto con entusiasmo dal pubblico e dalla critica. Poi l'apertura delle celebrazioni delle Olimpiadi a Sidney, in Australia e a Parigi per l'inaugurazione del mondiale di calcio."Kataklopolis" e "Up" due spettacoli in cui i ballerini si sfidano in composizioni aeree, veloci ed eleganti nel tentativo di rappresentare scene agili ma complesse.
Cosa c'è nel futuro dei Kataklò? «Andremo avanti col nostro nuovo spettacolo - racconta la coreografa - fino a metà dicembre quando ci interromperemo per prepararci allo spettagolo di inaugurazione di Torino 2006. A marzo riprenderemo con la tourneè in Italia e poi e poi via con un tour in giro per il Nord Europa».