Il virus dell'influenza aviaria trovato in Romania appartiene al ceppo letale H5N1: la conferma arriva dal ministro dell'Agricoltura di Bucarest, Gheorghe Flutur, sulla base dei test effettuati in Gran Bretagna su campioni di anatre provenienti dal villaggio Ceamurlia de Jos.
Una realtà differente dalle ipotesi già formulate dalle autorità sanitarie romene, secondo le quali il virus isolato sarebbe stato «debolmente patogeno». Questa mattina è stata convocata una riunione straordinaria con funzionari del ministero dell'Interno e autorità locali per decidere come reagire al rischio di un'epidemia. Il ministero ha confermato venerdì che alcuni esemplari di cigni e polli del villaggio di Maliuc, 30 chilometri a nord di Ceamurlia, sono risultati positivi ai test. Alcuni campioni tratti dai volatili morti sono stati inviati da Bucarest a Londra per essere sottoposti a nuovi test mentre più di 12 mila uccelli sono stati abbattuti a titolo preventivo. «Stiamo prendendo in considerazione una serie di misure per rafforzare l'area di protezione», ha commentato il ministro.
Torinese in isolamento, non è aviaria. Un torinese di 29 anni, rientrato dalla Cina affetto da una polmonite, è stato ricoverato sabato all'ospedale del capoluogo piemontese per le malattie infettive Amedeo di Savoia, dopo avere trascorso la mattinata in isolamento al nosocomio le Molinette. Lo hanno riferito fonti sanitarie, aggiungendo che i medici stanno procedendo con i controlli previsti per legge dai protocolli sulle gravi malattie infettive e precisando che «al momento non c'è alcun segno che indichi che si possa trattare di influenza aviaria». Il Ministero della Salute ha poi reso noto di avere attivato immediatamente le proprie strutture Lo stesso ministro Storace è entrato in contatto con il prefetto del capoluogo piemontese. Si tratterebbe di un caso di polmonite batterica, non riconducibile quindi all'influenza aviaria.
L'Oms: prepararsi alla pandemia. «Ci sarà una pandemia di influenza aviaria da un momento all'altro. È passato molto tempo, circa trent'anni, dall'ultima volta. Abbiamo già un virus candidato a provocarla. Il virus H5N1». Il grido d'allarme - mentre in Italia il ministro per la Salute, Storace, invita a evitare inutili assalti alle farmacie prima della verifica dell'efficacia dei farmaci in vendita - è stato rilanciato sabato 15 ottobre dal coordinatore mondiale dell'Oms contro l'influenza aviaria, David Nabarro, che in un'intervista al quotidiano spagnolo
El Pais ribadisce quanto aveva affermato pochi giorni fa a Roma alla sede della Fao: «È necessario essere preparati, perché una pandemia avrebbe conseguenze drammatiche sul mondo intero». Al momento, ha affermato tuttavia il funzionario, «non è possibile dire se sarà tra due mesi o tra due anni».
Bruxelles chiude alla Turchia. Stop dell'Europa alle importazioni di volatili domestici e piume di uccelli provenienti dalla Turchia. Si tratta dell'ennesima misura di prevenzione dopo che Ankara ha avvisato la Commissione europea della presenza del virus dell'influenza aviaria in un allevamento di tacchini. Le importazioni dalla Turchia sono estremamente limitate: in base ai dati europei, tra gennaio e giugno di quest'anno sono state importate in Europa appena 10 tonnellate di anatre per un valore di 45 mila euro. Intanto i veterinari del ministero dell'Agricoltura turco stanno effettuando una serie di test in circa 30 villaggi del paese per appurare l'eventuale presenza dell'H5N1.
Caso dubbio in Indonesia. Un indonesiano sospettato di aver contratto l'influenza aviaria è deceduto la notte scorsa in un ospedale di Giakarta. Lo riporta una fonte ospedaliera. L'uomo, 56 anni, ha sviluppato sintomi simili a quelli dell'influenza dei polli dopo essere stato ricoverato lunedì, ma i risultati delle prime analisi sono stati negativi. Resta tuttavia un caso sospetto perché «era stato in contatto con polli morti a casa sua prima di essere curato». Il decesso porta a sei il numero di persone morte dei postumi dell'influenza dei polli in Indonesia, e tre decessi sono stati finora confermati come effettivamente dovuti al virus. Più di 60 persone sono morte dal 2003 in Asia a causa dell'influenza aviaria, la maggior parte in Vietnam, senza che sia stata ancora confermata (tre i casi segnalati) la trasmissione diretta da uomo a uomo.
Resistenza al farmaco Tamiflu. Un gruppo di ricercatori ha isolato un ceppo del virus H5N1 responsabile dell'influenza aviaria che è risultato resistente al Tamiflu, il farmaco anti-virale della Roche messo sotto scorta ovunque in caso di pandemia. Lo ha riferito il settimanale scientifico britannico
Nature. Questo ceppo è stato individuato nel caso di una ragazza di 14 anni in Vietnam, che avrebbe contratto l'influenza aviaria dal fratello e non direttamente da uccelli malati. La decodificazione del genoma di questo particolare ceppo del virus ha dimostrato che ha subito una mutazione che lo ha reso resistente all'Oseltamivir, il nome da laboratorio del Tamiflu (commercializzato dalla casa svizzera Roche). Esami in laboratorio su animali hanno tuttavia dimostrato che questo virus è sensibile a un'altra sostanza chiamata Zanamivir e commercializzata dalla britannica GlaxoSmithKline con il nome di Relenza. Queste conclusioni «suggeriscono che potrebbero essere utile conservare il Zanamivir oltre all'Oseltamivir in caso di pandemia causata dal virus H5N1», ha indicato il gruppo di ricercatori diretti da Yoshihiro Kawaoka, dell'Università di Tokyo e dell'Università del Wisconsin a Madison. L'antivirale Tamiflu è ritenuto dagli esperti in grado di ridurre la gravità e la durata dei sintomi o la mortalità, in caso di influenze gravissima.
La guerra del brevetto. La Roche, casa produttrice del Tamiflu, si è impegnata in una battaglia commerciale per non concedere l'utilizzo del brevetto. Ma non riesce a produrre le quantità enormi di Tamiflu richieste dai paesi del mondo. Il colosso farmaceutico svizzero, scrive
The Independent, nella versione online, afferma che servono «enormi quantità» di semi di anice stellato (o Ilicium verum, da cui si estrae il principio attivo, l'acido scichimico, usato per produrre l'Oseltamivir), pianta che cresce in quattro province della Cina. La raccolta è fra marzo e maggio, serve un processo di purificazione e l'acido scichimico viene estratto all'inizio di un lungo processo di fabbricazione del farmaco, dieci tappe che richiedono un anno. Secondo
The Independent sarebbe adatto alla produzione del Tamiflu solo l'anice stellato che cresce in quelle quattro province cinesi e il 90% della raccolta viene accaparrato dalla Roche. La casa farmaceutica - che cerca alternative per la produzione dell'acido scichimico - non intende consentire ad altri di tentare la produzione di un farmaco analogo.
The Independent scrive che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non fa pressioni sulla Roche. Secondo Keith Taylor del Partito verde britannico, «l'Oms rifiuta citando le donazioni effettuate dalla Roche come una prova che la casa farmaceutica si comporta in maniera responsabile; è una decisione che mette a rischio milioni di vite». La casa farmaceutica svizzera, in effetti, donerà 20mila confezioni di Tamiflu alla Turchia per contrastare il rischio che l'influenza aviaria si trasmetta agli uomini: lo ha detto un portavoce di Roche, Daniel Piller. La casa farmaceutica fornirà anche due milioni di confezioni all'Oms per costituire scorte, ha aggiunto il portavoce.
Azienda indiana in campo. L'azienda farmaceutica indiana Cipla intende produrre una versione generica del farmaco antivirale Tamiflu, con l'obiettivo di contribuire alla lotta contro la possibile epidemia di influenza aviaria nel Paese. Cipla ha completato la fase di ricerca e sviluppo sull'antivirale e potrebbe iniziare la produzione commerciale destinata ai Paesi in via di sviluppo entro la fine dell'anno, riferisce il quotidiano
Indian Express.