Nonostante Candido Cannavò non l’abbia citata fra i suoi “disabili di successo”, Irene Marazzi potrebbe forse condividere la sua storia con quelle raccolte nel profondo e interessante testo del celebre giornalista (E li chiamano disabili, Rizzoli, 16,00 euro).
Scandito dai versi dell’Inferno dantesco, Il Folle volo - insignito lo scorso ottobre del premio della critica al Festival di Stresa - ci conduce alla scoperta di un mondo sconosciuto ai più, ancora velato da pregiudizi e offuscato da luoghi comuni: il mondo dell’handicap. È proprio la strenua avversione di Lucia (alias Irene) contro chi desidera “ghettizzare” i diversi, infatti, il vero fil rouge del romanzo che, con leggerezza e ironia ripercorre prima l’infanzia, poi l’adolescenza e infine la maturità di una donna che si suole definire “una passeggera scomoda”. Una donna salvata da un temperamento forte e tenace, sostenuta da una volontà ferrea e incrollabile (l'alfieriano “volli, sempre volli, fortissimamente volli”), capace di tuffarsi a perdifiato nella vita, senza temere l’inevitabile naufragio. È con grande tenerezza che ripercorriamo insieme a Lucia, oggi affermato avvocato, i difficili passi che l’hanno portata ad addentrarsi fra i meandri della vita. Dalle prime lotte combattute contro se stessa, per riuscire a scrivere una “O” in modo chiaro e leggibile, alle battaglie contro la logopedista - nota anche come “spremilimoni”-, che sconsigliava la scuola dei normali, fino al continuo confronto con una sorellina precoce, che riusciva in tutto con facilità, si delineano i contorni di un’esistenza, dove la rabbia e il dolore sono illuminati dal desiderio di guardare avanti a tutti i costi. Nel suo viaggio nella memoria Lucia rivive gli anni trascorsi al prestigioso Liceo Berchet (quasi un’età dell’oro), dove si incontra/scontra con il mondo dei coetanei, che cerca di emulare con baldanzosa temerarietà. I facili entusiasmi, le pesanti cadute, i primi desideri di amare ed essere amata sono vissuti all’ombra di una Milano che, infuocata dagli ideali sessantottini, muta il suo volto, in cerca di una nuova identità. Con tratto lieve e occhio acuto Irene Marazzi offre lo spaccato di una società borghese, dove dietro a educazione e bon ton si nascondono pregiudizi, ipocrisia e fredda indifferenza, ben presto smascherati da chi non teme un confronto diretto. Faticosa e scomoda è di certo l’operazione che Irene compie con se stessa quando, invece di dimenticare e archiviare il passato, lo affronta con coraggio, servendosi della scrittura come strumento atto a scandagliare l’anima nella più oscura profondità. Un libro intenso, forte, a tratti feroce che, come la sua autrice (che non fa sconti né a se stessa, né tanto meno agli altri) non chiede comprensione o pietismi, ma racconta con schietta allegria la gioia di vivere anche nelle avversità, tratteggiando un mondo dove non c’è posto per santi e per eroi, ma solo per uomini e donne, in bilico fra limiti e grandi speranze.
Il Folle volo di Irene Marazzi
Marco Tropea Editore
Euro 11,50