Venti itinerari d'autore tra filari e vigneti in otto Paesi europei, dalle terre del Porto lungo il fiume Douro in Portogallo a quelle del Tokaj ungherese, lungo «Le più belle strade del vino»: ecco il suggestivo viaggio proposto da Ornella D'Alessio e Marco Santini in un libro (appena pubblicato da De Agostini) ricco di immagini e di informazioni pratiche.
«Oggi l'appassionato di vino - scrivono i due autori - non si accontenta di conoscere le annate e i produttori migliori, ma vuole far propri anche i luoghi da cui trae origine», per scoprire il paesaggio, la natura e la cultura. Ogni itinerario è corredato da una cartina del percorso, da un'accurata selezione dei vinificatori più importanti, nonché da box sugli alberghi e i ristoranti consigliati.
Oggi l'Italia è il primo produttore di vino al mondo, con circa 60 milioni di ettolitri l'anno, ma «esistono ancora regioni - scrivono D'Alessio e Santini -dove si attribuisce maggiore importanza alla quantità che alla qualità». Fra i consumatori c'è sia chi preferisce bere meno e bere meglio sia chi non vuole rinunciare al vino, ma vuole pagarlo poco (vedi il successo del Tavernello). Mentre i mercati esteri diventano più difficili, anche per la concorrenza di Paesi enologicamente nuovi come Cile, Argentina e Sudafrica, i produttori italiani che hanno impiantato vitigni nobili e sviluppato metodi di coltura adatti a ottenere uve più ricche e concentrate cominciano a raccogliere i frutti delle loro scelte. Il nostro vino di qualità viene sempre più apprezzato all'estero e le esportazioni sono in sostenuta crescita, il che si traduce in disponibilità di denaro da investire per produrre vini ancora migliori.
I percorsi disegnati dagli autori del libro per l'Italia sono sei, ma potrebbero essere molti di più, perché il vino si produce quasi in ogni angolo del nostro Paese, dalle pendici alpine di Carema all'imbocco della Valle d'Aosta o di Novacella, in Alto Adige, fino al profondo meridione e alle isole. Purtroppo qualche itinerario ha perso negli ultimi anni le sue caratteristiche tradizionali (testimone chi scrive queste righe), come le colline novaresi di Fara, Sizzano e Ghemme, dove un tempo i filari delle viti arrivavano fino alla strada statale della Valsesia, mentre oggi anche sui pendii più soleggiati si vedono ampie zone incolte. Il primo itinerario italiano presentato nel libro porta il lettore nelle Langhe piemontesi alla scoperta dei vini storici come il Barolo e il Barbaresco. L'Alto Adige è una delle regioni dove la qualità del vino sta crescendo in modo incoraggiante e il secondo itinerario si snoda lungo la «Weinstrasse», che comincia nella piana del lago Caldaro e sale verso l'abbazia di Novacella, poco a nord di Bressanone, dove si producono i Gewürtztraminer, i Chardonnay, i Lagrein. Due sono le vie in Toscana: la prima, con il Chianti, tra olio e vino buono, da Firenze fino alle crete senesi e a Montalcino con il suo Brunello; la seconda, con i vini di Bolgheri e della Maremma. L'ininerario umbro coniuga la dolcezza delle tele del Perugino alle colline coperte di viti del lago Trasimeno. Chiude la Sicilia, con un circuito da Palermo e una puntata a Pantelleria, che esplora realtà enologiche consolidatissime, come il Marsala o il Corvo, e altre d'avanguardia in pieno fermento economico-produttivo.
Ornella D'Alessio e Marco Santini
Le più belle strade del vino
Istituto Geografico De Agostini
Pagg. 324, euro 19,00.