30 dicembre 2005 |
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Il Grand Tour di Fmr fa tappa a Ravennadi Stefano Biolchini |
Le tessere a far da corona all'imperatrice Teodora, che non visitò mai la città ravennate pur divenendone immagine simbolica con il celeberrimo mosaico che la ritrae, appaiono ancor più splendide nel grande formato che a Ravenna dedica l'editore Fmr con la presitigiosa collana Grand Tour, Ravenna gli splendori di un impero. È dedicata proprio al ritratto dell'imperatrice nell'abside di San Vitale la copertina del volume.
La fotografia di Alfredo dagli Orti, (davvero sapiente nel suo giocar fra le colorate luci dei mosaici e le ombre di marmi e mattoni che caratterizzano la città), pone in risalto il decor di perle e preziosi della sovrana bizantina - fermata per sempre nell'elegante gesto dell'offerta del calice - che con le sue gioie da sempre ha affascinato artisti e scrittori (il misticismo femminino del ritratto ravennate gran parte ebbe - uno per tutti - in Gustav Klimt, che soggiornò nella città nel 1903, e che molto della Teodora di San Vitale trasfuse in Ritratto di Adele Bloch Bauer, nel celeberrimo Bacio nonché, come ben si evidenzia nel volume di Fmr, nel ciclo di Palazzo Stoclet a Bruxelles).
In questo viaggio ritroviamo tutta la Ravenna più famosa, senza trascurare però l'antica capitale meno conosciuta. Ci sono, e come potrebbero non esserci, la Basilica di San'Apollinare in Classe con le vedute interne, e i celeberrimi particolari dell'abside e del mosaico del catino con Sant'Apollinare, primo vescovo della chiesa ravennate, in preghiera nello splendente giardino paradisiaco; brilla di luci dorate fra gli azzurri intensi e cupi (richiamando inevitabilmente alla mente i cieli di Vincent Van Gogh, oltre che che i più recenti oro e blu di Ives Klein) la croce dorata in cielo stellato del mosaico nella cupola del Mausoleo di Galla Placidia.
Capolavori eterni che gran parte hanno nella storia del '900 (si pensi agli influssi dell'arte musiva ravennate sulle creazioni di Tiffany) che uniti ad opere anche minori e a volte quasi sconosciute (si veda il pozzale ascritto alla prima metà del secolo sesto al centro del chiostro dell'ex convento di San Francesco) disegnano il volto unico ed ecccezionale di questa città.
Divenuta, grazie alla sua ubicazione fra le paludi e il mare, l’ultima, imprendibile capitale dell’Impero d’Occidente, essa si rivestì di un maestoso paramento di splendidi edifici, che nonostante distruzioni e depredazioni, forma ancora il più vasto complesso di arte bizantina oggi esistente. Ma le vicende artistiche della città non terminano con la caduta e la susseguente spoliazione: il medioevo, il rinascimento con la signoria dei Polentani, i lunghi secoli del dominio pontificio vi hanno lasciato importanti tracce, sapientemente rappresentate fin nei particolari dalle fotografie del prezioso volume di 220 pagine, con testi in italiano e inglese. Questi ultimi sono di Paolo Cesaretti, curatore del volume, a cui si deve l'ampio saggio che delinea il profilo di Ravenna città imperiale, mentre Gianni Guadalupi narra le storie vere e leggendarie di un luogo entrato nel mito.
GRAN TOUR, Ravenna Gli splendori di un impero, 220 pagine, italiano/inglese, 110 Euro
Autori: Paolo Cesaretti, Gianni Guadalupi, fotografie: Alfredo Dagli Orti
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