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28 gennaio 2006 |
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Fantastico e malinconico Takashi Murakamidi Stefano Biolchini |
Malinconico, fantastico, dissacratore, fiabesco, onnivoro, ovvero un novello Pantagruel.
Come l’eroe di Rabelais Takashi Murakami ha metaforicamente divorato enormi quantità di storie ed esperienze, dimostrando di saper digerire in maniera quantomai prolifica la creatività occidentale e la tradizione giapponese, plasmando nella sua vasta produzione artistica il passato con la subcultura del presente. Torino Triennale Tremusei (fino al 19 marzo 2006 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) presenta per la prima volta in Italia alcune opere dell’artista giapponese, ripercorrendone la produzione scultorea e pittorica dell’artista dagli anni ’90 a oggi. Sua la teoria del “superflat/superpiatto”, il manifesto della nuova arte giapponese che reclama la piattezza come valore autoctono, derivato dalla pittura giapponese tradizionale, quanto dal mondo dei fumetti e dei cartoni animati, e che evoca la mancanza di profondità emotiva della società giapponese contemporanea. Murakami non crea superfici prospettiche, bensì uno spazio rivoluzionario, non lineare, ma fluido come il mondo digitale in cui viviamo. Divora la storia Murakami, coniugando presente e fantascienza, con una voracità ipnotizzante. Nel suo immaginario la storia del Giappone viene reinventata senza gerarchie, e la tradizione antica si fonde con icone pop come Hello Kitty (1974), o con famosi personaggi dei fumetti giapponesi. Lo stile inconfondibile e le immagini di Takashi Murakami possiedono il potere rigenerante dei primi personaggi di Walt Disney, ma anche la raffinatezza misteriosa dell’arte giapponese del periodo Edo (1603-1868) e degli antichi maestri come Katsushika Hokusai (1760 - 1849) o dei disegnatori di animazione come Yoshinori Kanada.
Torino Triennale Tremusei
(fino al 19 marzo 2006, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo)
BIOGRAFIA | |
Takashi Murakami nasce a Tokyo nel 1962, si laurea in Nihon-ga, pittura giapponese tradizionale, alla Tokyo National University of Fine Arts and Music, in Giappone. Nel 1990, ancora studente, abbandona lo stile tradizionale giapponese e comincia la sperimentazione in altri ambiti, senza però perdere di vista la tradizione della pittura nipponica. La sua poetica ruota attorno al concetto di Superflat/Superpiatto, termine utilizzato per definire la mancanza di profondità prospettica dell'opera di Katsushika Hokusai e più in generale della rappresentazione dello spazio nella |
GALLERIA FOTOGRAFICA | |||||||||
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