Il benessere nuoce gravemente alla salute.
Un paradosso listato in nero sul pacchetto di soluzioni per un futuro che, a dosi massicce e senza filtro, rischia di mandare in fumo risorse e riserve del pianeta. Alcuni dati parlano forte e chiaro: un solo cittadino dei paesi più ricchi del globo consuma 25 volte più energia di un abitante dei paesi poveri. Una persona su cinque non ha acqua potabile in quantità sufficiente a garantirne la sopravvivenza. Per produrre un hamburger di carne bovina occorre una quantità di petrolio pari a quella necessaria ad un’auto a benzina per percorrere 30 km. E i 13 miliardi di euro spesi in profumi basterebbero per vaccinare tutti i bambini del mondo.
Ma altri dati parlano sottovoce, tra conflitti di interesse e misteri del sottosuolo. Nonostante i 40 miliardi di dollari versati nel 2004 dalle compagnie di assicurazione statunitensi per i disastri naturali causati dai cambiamenti climatici, gli Stati Uniti non hanno firmato il Protocollo di Kyoto –cui hanno aderito 130 paesi nel 1997, al fine di limitare l’emissione di gas serra responsabili di mutazioni del clima e di fenomeni meteorologici estremi- considerandolo “troppo oneroso” per il proprio sistema economico. E mentre aziende o nazioni produttrici di petrolio stimano che le riserve non rinnovabili di greggio siano in grado di fare fronte ancora per diversi decenni alle esigenze dei paesi industrializzati e alla crescente domanda di quelli in via di sviluppo, promettendo nuove tecnologie di estrazione per ipotetici giacimenti tuttora inaccessibili, altre stime scientifiche e autorevoli ritengono “gonfiate” le cifre ufficiali. E in una decina di anni dai giacimenti si potrebbe estrarre nient’altro che la cupa, vischiosa verità.
Mentre la natura dona e ammonisce, srotolando istruzioni all’uso tempestosamente dettagliate, l’intelligenza creativa del progresso pare ormai sfidare i tutt’altro che occasionali effetti collaterali. E tra corsi prosciugati d’acqua ed oro nero e ricorsi ad armi per mirare al bersaglio della sopravvivenza, al Potere –di governi, mode e indifferenza- dovrebbe opporsi la Possibilità.
Si può fare, infatti: “Salvare il mondo senza essere Superman”. Ne è convinto –tra consapevole ottimismo, urgente ma pacata critica e una vasta gamma di opzioni naturali e razionali- il giornalista scientifico Roberto Rizzo, esperto di tematiche relative all’ambiente e all’energia. In un saggio ordinato e puntuale, Rizzo inquadra in formato domestico cifre e scenari globali. Suggerendo la forza trainante dei piccoli gesti di ecologia quotidiana in un’Italia –purtroppo- da primato: prima in Europa per perdita di energia nelle abitazioni attraverso tetti, muri perimetrali e finestre, sul podio per il più elevato consumo idrico pro capite, paese del sole che al sole non si affida per riscaldare risparmiando. A siglare gli italici sprechi un’ipotesi cosmica e amara: “servirebbero due pianeti” se tutti i cittadini della Terra si adeguassero ai consumi del nostro paese.
Eppure si può fare. Sebbene “mostri mangiaenergia” a nove piani e trentasei appartamenti o “mastodonti” della strada velenosamente alla moda suonino minacciosi quanto gli apocalittici nemici dei supereroi, Rizzo oppone alle fantasiose nuvolette dei fumetti concreti e dettagliati accorgimenti per dissipare nubi dal futuro.
Dal car sharing –“autonoleggio self service” che, attraverso una piccola quota associativa mensile, consente di prenotare in città un veicolo solo quando realmente occorre- ai Gas –gruppi d’acquisto costituiti da persone che comprano beni di consumo direttamente da piccoli produttori locali- il saggio traduce in dieci capitoli di rara chiarezza, corredati da promemoria, parole chiave, indirizzi internet e “piccole azioni tanto per incominciare”, parole ed opere del risparmio. Promuovendo in tutti i settori della vita quotidiana – trasporti, consumi e rifiuti domestici, spesa, lavoro e vacanze- una tecnologia – e un’attenzione- “amica dell’ambiente”. E tra pannelli solari o fotovoltaici, tripli vetri a bassa emissività, prodotti di domotica, lavatrici a doppia presa d’acqua, compostaggio, energy managers e vacanze alternative, stringe nella trama di incentivi, soluzioni, confronti tra realtà internazionali e più che salutari esami di coscienza “quel senso di rassegnazione che” –sottolinea il ricercatore Mario Tozzi in prefazione- “ci prende inevitabilmente di fronte a problemi di così vasta e apparentemente lontana portata. (…) Ma pure quello è il primo passo, e non è solo la voglia di una disciplina interiore di maggiore caratura etica che ci spinge su quella strada, ma il valore dell’esempio e la consapevolezza di aver fatto la nostra parte: non è quasi mai sufficiente, ma è un passo indispensabile”. E pure un balzo nei giacimenti della fantasia, risorsa pulita e rinnovabile del genere umano. Per inventare “ moderne foreste” nei cassonetti della raccolta differenziata. Rifornirsi al supermercato di “detersivo alla spina”. O costruire, come l’architetto Marco Capellini, una cucina completa, attrezzata e funzionante. In cartone riciclato. L’equivalente, in peso, di 90 quotidiani.
“Salvare il mondo senza essere Superman”
Einaudi, pagg. 172, euro 10,80