24 febbraio 2006 |
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I Poteri deboli di Giancarlo Gallidi Stefano Natoli |
Chi comanda davvero in Italia? “Al momento non comanda proprio nessuno, quella dei poteri forti è solo una favola”.
Giancarlo Galli, autore del libro edito da Mondadori ‘Poteri deboli - La nuova mappa del capitalismo nell’Italia in declino’, non ha dubbi: oltre che da recessione produttiva, perdita di prestigio internazionale, calo dei consumi e crisi sociale, la storia più recente del Belpaese è caratterizzata da un impressionante vuoto di potere.
I poteri ‘forti’ non esistono più
“L’unico potere, più che forte direi autorevole, è attualmente quello della Chiesa, depositario di valori morali consolidati e assolutamente al di sopra delle parti. Tutti gli altri sono impegnati solo a sostenersi a vicenda e a difendere il proprio orticello. Dalla Confindustria al sindacato scendendo giù giù per li rami fino ai giornali. Un potere che sembrava forte era quello della Banca d’Italia, ma il suo ex governatore l’ha trascinata nell’occhio del ciclone come le banche cui avrebbe dovuto impedire le ‘disinvolture’ finanziarie che hanno polverizzato il risparmio di milioni d'italiani. Un potere che potrebbe essere forte è la magistratura, che però, come gli altri poteri, scade a sua volta nell’autoreferenzialità”, ha detto l’editorialista dell’Avvenire a Il Sole 24 Ore Radiocor.
I poteri 'forti' di un tempo insomma non esisterebbero più: al posto della Mediobanca di Cuccia c'e' una banca d'affari ben gestita dove le azioni si “contano” e non si “pesano”, la Fiat non è più quella di Giovanni Agnelli, il settore energetico è quasi monopolizzato da due giganti semi-pubblici come Enel ed Eni, la Banca d’Italia di Mario Draghi non è più un organismo monocratico. Senza dimenticare che la stessa Fiat, così come Telecom e tanti altri grandi gruppi industriali, è fortemente esposta con il sistema bancario nazionale.
Il libro ripercorre le fasi del ‘declino dell’Italia’ sottolineando come nel volgere di un quindicennio, dalla stagione di Tangentopoli e Mani pulite ad oggi, l'entusiasmo per un possibile cambiamento si è trasformato in una cocente delusione. Nel Paese dove la burocrazia è soffocante, sostiene Galli, i vari governi vengono messi in condizione di ‘non nuocere’ e gli industriali sembrano occuparsi soprattutto degli ‘affari di famiglia’ e di assicurarsi una rendita più che di cercare innovazioni in grado di dare slancio alla produzione.
Le cause: indifferenza etica, rifiuto delle regole, intreccio pubblico-privato
Alle origini di tale processo involutivo, Galli individua diversi fattori, fra cui l'indifferenza etica e l'esaurirsi di ogni tensione ideale, l’incapacità di rispettare le regole, il rifiuto di assumersi i rischi e le responsabilità di scelte coraggiose, il perverso intreccio di interessi privati e istituzioni pubbliche. Il trionfo, insomma, del ‘particolare’. “Tutti o quasi i grandi manager in circolazione – sottolinea l’autore – pensano solo alle stock options e al guadagno individuale. Non come gli Enrico Cuccia e i Raffaele Mattioli che non avevano un’azione e non pensavano a sistemare i figli e i parenti”. Molto efficaci, fra i tanti, i ritratti dello stesso Cuccia, ma anche quelli di Antonio Fazio, Alberto Falk - a cui Galli era legato da un rapporto speciale - e Calisto Tanzi, il ‘gran lattaio’ di Parmalat con la mania di “di farsi benedire i soldi”.
Si intravede qualcosa all’orizzonte? Qualche ‘lampo’ si avverte secondo Galli nella Finanza con Alessandro Profumo (Unicredit) ed Enrico Bondi (Parmalat). Niente invece, per ora, sul fronte politico dove non si vede un radicale ricambio della classe dirigente: “tanti poteri deboli non fanno una forza”.
‘Poteri deboli’ è dunque una radiografia della classe dirigente di un Paese in difficoltà e alla ricerca di una guida autorevole. Una guida che all’indomani del 9 aprile dovrà dare una risposta chiara e convincente alle domande che danno il titolo a tre dei sei capitoli che compongono il libro: ‘Declino italiano?’,’Dove va l'Europa?’, ‘Dove va l'Italia?’.
Giancarlo Galli
Poteri deboli
Mondadori
Pagg 296, euro 18,00
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