«Basta piangerci addosso, basta con i luoghi comuni, basta con l’alibi del pessimismo, la meschinità della rinuncia».
Queste parole introducono allo spirito del libro “L’oro del Sud” di Giuseppe Galati, sottosegretario delle Attività produttive: una «conversazione sul Mezzogiorno presente e futuro» in forma di lunga intervista. «Non si è ancora riusciti a spazzar via il pessimismo, il pregiudizio che le cose – si legge nell’introduzione - non cambieranno e non si aggiusteranno mai. Questo libro indica strade giuste e, ancora prima, una mentalità appropriata, positiva». Semplice la ricetta di Galati per rilanciare il Mezzogiorno: puntare sulle enormi ricchezze, gli ori, del Sud, «giovani, donne, turismo, posizione geografica, cultura e beni artistici».
Il Mezzogiorno non è una palla al piede per il Paese e neanche un’area di sviluppo irrimediabilmente mancato. Da questa convinzione parte il volume di Giuseppe Galati che si dipana in quattordici capitoli, dove sono affrontati i temi caldi dell’attualità, dal Ponte sullo Stretto di Messina alla Banca del Sud voluta dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, e si delinea un orizzonte di prospettive per il futuro. Uno spazio privilegiato è dedicato al turismo, forza motrice per l’avvenire. Galati «riceve il testimone – si legge ancora nell’introduzione di Cesare Lanza, giornalista e scrittore meridionale – da coloro che negli ultimi decenni del secolo scorso non si sono lamentati e si sono battuti per costruire e fare e cambiare, non per criticare e assistere, fatalisticamente senza muovere un dito». Galati, sottosegretario ed esponente dell’Udc, è convinto che per cambiare, per superare la dicotomia che da sempre divide Nord e Sud, occorrano nuove politiche, una visione strategica, risorse economiche, una nuova valorizzazione degli asset disponibili, risorse umane, nuovi flussi turistici, la riformulazione dell’offerta in chiave di marketing territoriale. Bisogna anche puntare sullo sviluppo infrastrutturale e sul nuovo contesto di equilibri internazionali: il Sud è un grande pontile a contatto con tre continenti e la sua posizione geografica ne fa la cerniera insostituibile tra Europa e Mediterraneo, nonché il punto d’incontro naturale tra persone, culture, civiltà e merci. «L’attenzione ai mercati esteri deve essere costante», dunque, e va sostenuto «un nuovo modello di sviluppo basato su un intreccio virtuoso di intervento pubblico e iniziativa privata», con un occhio all’allargamento dell’Unione europea e l’altro all’ingresso sul mercato mondiale di India e Cina. E proprio pensando alla Cina, Galati osserva che «il turismo è l’unico made in Italy che non può essere copiato», quindi da giovani e turismo potrebbe venire un «nuovo inizio»: un’offerta di qualità che elevi al massimo le potenzialità del Mezzogiorno, grazie a un mix di mare, monti, colline, agriturismo, centri benessere e religiosi, siti archeologici, artigianato e gastronomia. Su questo fronte Galati promuove anche il progetto ScegliItalia.it, un portale internet che presenta nel mondo le infinite qualità e bellezze del Paese. Altri temi su cui Galati si sofferma sono la creazione di una Banca del Sud, disposta dalla Finanziaria 2006: «Il Mezzogiorno – dice – è l’unica regione europea a non avere una banca autoctona», mentre «è il territorio che ingloba ed esprime le conoscenze strategiche essenziali per il proprio sviluppo ed è solo il territorio, con la sua popolazione, col suo capitale umano, che usando il capitale finanziario può generare meglio lo sviluppo di cui necessita». Sul Ponte che collegherà la Sicilia al resto dello Stivale Galati si entusiasma: «Ci siamo, siamo a poche settimane dall’avvio dei cantieri». Secondo Galati, l’opera rappresenta un primato tecnologico a livello mondiale, quindi «darà una scossa di prestigio e positività», ma, soprattutto, faciliterà il turismo.
Giuseppe Galati
L'oro del Sud
Conversazione sul Mezzogiorno presente e futuro
Rubbettino Editore
Pagg 167, euro 10