Alla fine la mia "sfera di pelle di porco", presa in prestito da Gianni Mura, due cose me le ha fatte vedere giuste: il primo posto di Povia e il secondo dei Nomadi.
Altre due ne ha sbagliate: ma la Tatangelo vincitrice tra le donne non sta neanche tra i peggiori incubi da cattiva digestione! E Riccardo Maffoni davanti a Simone Cristicchi tra i giovani non può che essere frutto di uno scherzo di cattivo gusto. Gioco facile invece sul premio “Mia Martini” della critica (e lì devo confessare di un avere neanche consultato la sfera), andato, come di necessità, a Carlo Fava, Noa e Solis String Quartet.
Finito il giro delle premiazioni c’è da fare qualche considerazioni sugli sconfitti: in primo piano Dolcenera, che avrà anche il nome d’arte di una canzone di Fabrizio De André, ma che deve ancora imparare a gestirsi in scena e a scegliere canzoni degne dei suoi mezzi vocali che sono indubbiamente migliori rispetto al suo repertorio. Altri sconfitti sono Ron e Alex Britti che un posto in finale, almeno uno dei due, lo meritavano sicuramente.
Molto meno sconfitta del previsto invece Anna Oxa: in primo luogo per … un dato statistico. Se andate a frugare un po’ in rete troverete almeno due sondaggi popolari, uno del Sole 24 Ore e uno di Repubblica. Anna Oxa si piazza al terzo posto tra le canzoni di Sanremo in quella del Sole con l’8% dietro Dolcenera (13%) e Nomadi (11%) e al secondo posto in quella di Repubblica con l’11% dietro ai Nomadi col 17%. Da un rapido ascolto al disco che ospita “Processo a me stessa” ossia “La musica è niente se tu non hai vissuto” emerge che la svolta di Anna non è stata limitata al brano presentato al festival: il disco propone due inediti e sette brani tratti dal repertorio completamente riarrangiati in chiave world music. E la svolta stilistica sembra convincente. Il disco, insomma, suona maledettamente bene. Alla faccia di chi si è fermato alla prima impressione e sulla base di questa ha cacciato la Oxa in lacrime dal festival, ma la nostra difficilmente può essere annoverata tra i perdenti.
Un po’ sotto le previsioni sono andati Carlo Fava e Noa che almeno alla semifinale potevano puntare. Sinceramente vedere che vanno avanti gli Sugarfree (big? “Ma mi faccia il piacere!” direbbe Totò) e resta fuori Noa è una cosa che può succedere solo in un festival della porchetta o a Sanremo. Oltre agli Sugarfree rientrano tra i miracolati anche Gigi Finizio e i Ragazzi di Scampia, un’iniziativa pietosa, orchestrata dallo stesso tandem (Mogol e Gigi D’Alessio) che ha portato in finale la Tatangelo, di nero vestita.
Certo che un festival così lontano dai problemi, qualsiasi essi siano, è un punto di raro equilibrio. Solo leggerissima la critica sociale del Cristicchi di “Bella gente”, se proprio la si vuole vedere, mentre anche Fava e Noa hanno cantato una pura, purissima, casta canzone d’amore. Il resto è stato il festival dell’acqua fresca. Vogliamo dare uno sguardo al testo della canzone vincitrice?
“Vorrei avere il becco / Per accontentarmi delle briciole / Concentrato e molto attento /Si, ma con la testa fra le nuvole / Capire i sentimenti quando nascono e quando muoiono / Perciò vorrei avere i sensi per sentire il pericolo / Se tutti quanti lo sanno ma hanno paura che l'amore è un inganno / Oh, ce l'ha fatta mia nonna per 50 anni con mio nonno in campagna / Più o meno come fa un piccione / Lo so che e brutto il paragone / Però vivrei con l'emozione / Di dare fiducia a chi mi tira il pane / Più o meno come fa un piccione l'amore sopra il cornicione / Ti starei vicino nei momenti di crisi / E lontano quando me lo chiedi / Dimmi che ci credi e che ti fidi”. Un testo tale che “Nel blu, dipinto di blu” sembra scritto mezzo secolo dopo e non prima! Si dice che Povia abbia vinto perché al televoto l’hanno votato in massa i bambini (il che sarebbe proibito dal regolamento, ma abbiamo già visto nel caso di Finizio, che il regolamento era molto elastico quest’anno).
Insomma, un povero festival, povero di canzoni, di testi, di emozioni e di spettacolo. I momenti più alti si devono ad alcuni tra gli ospiti: Riccardo Cocciante su tutti. Il resto è stata tanta mediocrità che vale la pena di segnalare il sondaggio del sito
www.bielle.org- La Brigata Lolli, sito eponimo della canzone d’autore, che ha deciso di immaginarsi un gioco: ma se a Sanremo fossero andati i cantautori, quelli “veri”, chi avrebbe vinto? Il sondaggio non è ancora concluso, ma il ballottaggio è tra Vinicio Capossela, Francesco De Gregori, Gianna Nannini, Baustelle, SursumCorda e Francesco Sullo, per le varie categorie. E se non dovesse restare sempre e solo un sogno?
Chi sale | Chi scende |
Povia: in fondo ha vinto. Venderà: la canzone è attaccaticcia come … un regalino dei piccioni | Dolcenera:è la grande sconfitta. Deve scegliere meglio rimmel e repertorio |
Anna Oxa: a posteriori la sua canzone piace e la svolta etnica è confermata dal disco nuovo | Noa e Carlo Fava: solo il premio della Critica è un po’ poco per un’accoppiata creata per vincere |
Nomadi: tutto confermato. Secondo posto come previsto, grande tranquillità e professionismo. | Simone Cristicchi: non è riuscito a “bucare” il video come avrebbe i numeri per fare. Peccato: è bravo. |