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21 aprile 2006

L'IIiade in veneziano nei versi ritrovati
di Casanova

di Stefano Biolchini

Bentrovata divina Iliade "cantata" in Veneziano: la traduzione è di Giacomo Casanova, che del poema omerico ne fece due - l'altra in Toscano: si deve a Dell'Iliade d'Omero tradotta in veneziano da Giacomo Casanova canti otto, editio princeps di Carlo Odo Pavese, il gustoso riemergere dall'oblio di questo rifacimento. Ambedue le traduzioni di Casanova sono in ottava rima: quella in veneziano, rimasta finora inedita, comprende otto canti dei ventiquattro. Proprio la scelta del veneziano sta forse dietro questa lunga assenza cui la ricerca esegetica di Odo Pavese ha posto fine. Soltanto i due primi canti furono recentemente pubblicati, per così dire in anteprima, in due volumi a Venezia nel 1997 e nel 1998. Gli otto canti sono tramandati nel manoscritto autografo U 25, fascicoli 1-7. L'autografo è conservato nel fondo da Casanova lasciato al Conte di Waldstein nel Castello di Dux, ora nazionalizzato e custodito nell'Archivio di Stato di Praga. I tre scritti attinenti al poema sono tramandati nell'autografo U 16a, sezione 26. Il volume, pubblicato per i tipi di Edizioni della Laguna, costituisce la prima edizione critica completa dell'inedito e si compone della prefazione, della introduzione e del testo, corredato di apparato critico, degli otto canti del poema in 1157 ottave e dei tre scritti attinenti al poema. Gli autografi sopra citati sono stati a varie riprese collazionati dal curatore che recuperando spesso intere frasi e brani mancanti ha sapientemente reso per la prima volta leggibile un ampio e articolato testo, restituendo circa un migliaio di lezioni originarie e trecento varianti e note d'autore. L'Introduzione è disposta in vari capitoli: descrizione degli autografi, contenuto del poema, datazione, costituzione del testo, grafia, metrica, lingua e infine un ampio capitolo intitolato stile. Ogni capitolo è articolato in varie sezioni. I capitoli hanno forma di note puntuali che sono disposte in ordine di testo, per meglio aderire al testo stesso ed essere consultabili quasi come un commentario continuo al poema.

Come spiega il curatore «di poema, sia pure incompiuto, o almeno di originale rifacimento di poema, si può a ragione parlare e — si può ben dire — di capolavoro, o comunque di cospicuo monumento della poesia veneta e in particolare veneziana, e ciò sia per la mole del poema sia per la qualità dell'arte adoperata». Un capolavoro che la metrica e il costume veneziano, mirabilmente resi dal Casanova, fanno dolci all'orecchio: merito della eterea grazia lagunare, trasfusa nel gusto dell'autore. Con la lingua veneziana il Casanova scolora lo spirito guerriero del testo omerico, piegando i versi al gusto della sua epoca. Una traduzione quella del Casanova che è fortemente cifra del suo tempo e che proprio per questo costituisce un documento, o meglio un'opera, ancor più preziosa. Infine una nota a margine. Per godere al meglio il testo è, come sempre quando si tratta dell'Iliade, auspicabile una lettura ad alta voce: nel caso del Casanova occorrono anche labbra veneziane (quelle dolci e fluide di Paola Martelli, prestate alla lettura in occasione della presentazione del volume).



 

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