“L’economia è al servizio dell’uomo, o l’uomo è al servizio dell’economia?”.
Se lo chiede Giorgio Ruffolo nell’introduzione a ‘Lo specchio del diavolo’, il volume edito da Einaudi che racconta in modo del tutto originale - come recita il sottotitolo - “la storia dell’economia dal Paradiso Terrestre all’inferno della Finanza”, ovvero da quando Adamo ed Eva, cacciati dall’Eden, devono iniziare a confrontarsi con la realtà quotidiana e trovare i mezzi di sussistenza per poter sopravvivere, ai nostri giorni caratterizzati dalla nascita dell’euro ma anche da scandali e bolle speculative. Un excursus a trecentosessanta gradi sul pensiero economico e sui rapporti fra soldi, politica e finanza. Un viaggio nei secoli e nella storia, quello proposto da ‘Lo specchio del diavolo’ - da qualcuno definito un ‘bignami dell’economia’ - alla scoperta di una scienza - da sempre legata a doppia mandata con il destino dell’uomo, che, come sostiene Ruffolo, "dovrebbe servire all'uomo per aumentare il benessere, la ricchezza e anche la felicita’ del popolo".
Un volume in tre parti alla scoperta del turbocapitalismo
Presentando il volume, Ruffolo ha dichiarato: “L’economia a qualche cosa serve e non soltanto per spiegare come le cose vanno, ma come le cose dovrebbero andare… L’economia politica deve poter spiegare quale è il modo in cui le cose possono maggiormente servire per aumentare il benessere, certamente la ricchezza, ma la felicità, la felicità che è inscritta non nei libri di economia, ma addirittura in una delle più grandi costituzioni politiche della storia, la costituzione americana: happiness, la felicità del popolo. Gli economisti dovrebbero essere coscienti che la ricchezza serve alla felicità, che l’economia serve all’uomo e non è l’uomo a servire l’economia…”. Non si può non sottoscrivere.
Il volume si divide in tre parti: nella prima si indaga il rapporto esistente fra economia, tecnologia ed ecologia; nella seconda il modo in cui si svolgono gli scambi all’interno dell’economia - in particolare, il mercato e il ruolo della moneta; la terza parte si occupa dei rapporti fra l’economia e la politica, soffermandosi in particolare su potenza del capitalismo e potere della democrazia, “oggi e nel futuro prevedibile”.
E, a proposito di futuro, l’economista spiega le cose che si potrebbero fare per riportare ordine e saggezza nel mondo contemporaneo, un mondo che ha sostituito la borghesia produttiva con una genia di predatori “impegnati allo spasimo” a strapparsi la pelle in nome della “sacrosanta avidità” predicata dalla Thatcher e dai Reagan: definire i traguardi possibili ed evitare quelli dell'autolesionismo della specie, regolare la globalizzazione economica dentro una globalizzazione politica, affidare alcuni poteri strategici alle Nazioni Unite, guidare la lotta contro la povertà mondiale, definire un nuovo ordine monetario e finanziario, reprimere la criminalità organizzata, fare un uso razionale della tecnica.
Con un linguaggio ricco di ironia e di aneddoti divertenti, il fondatore della rivista Micromega - ci fa scoprire il ‘turbocapitalismo’ che caratterizza il sistema economico attualmente in essere.
Dal testo dell’autorevole studioso, Luca Ronconi ha tratto il soggetto per uno dei cinque eventi teatrali allestiti a Torino in occasione delle Olimpiadi Invernali 2006 nell'ambito di Progetto Domani. “Di fronte ai rischi di uno sviluppo incontrollabile - ha detto lo stesso Ronconi - il testo di Giorgio Ruffolo è un dichiarato invito alla responsabilità”. Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Strehler di Milano dal 9 al 19 maggio (con un'anteprima domenica 7 maggio).
Giorgio Ruffolo
Lo specchio del diavolo. La storia dell'economia dal paradiso terrestre all'inferno della finanza
Einaudi
Pagg VI-136, euro 9,00