11 maggio 2006 |
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Fandom, ovvero la riscossa dei fan super-organizzatidi Giovanna Canzi |
Ieri erano Carrie, Samantha, Charlot e Miranda a immobilizzare gli spettatori davanti al piccolo schermo, trascinandoli fra le luci segrete di una New York tutta da scoprire.
Oggi sono gli sgualciti reduci di un disastro aereo alle prese con i bisogni primari dell’uomo. Da “Sex and the City” a “Lost”, anche il pubblico italiano - come quello americano - è divenuto un consumatore vorace di TV e in particolare di quella che possiamo definire fiction seriale, o genericamente telefilm. Votati a una forma di devozione tutta particolare, che elegge le sit-com a oggetti degni di venerazione, gli spettatori di oggi non si accontentano di consumare passivamente ciò che gli viene proposto, ma si danno un gran da fare creando fan-club, newsgroup, organizzando proiezioni semi pubbliche e via dicendo. Nascono, dunque, gruppi di adepti, affetti da “tele-dipendenza” e pronti a manifestare un entusiasmo scomposto davanti alla loro serie preferita. Di fronte a questo panorama - sconcertante per chi si accosta da neofita alla materia - si sente l’urgenza di spiegare, definire, capire cosa si nasconde dietro a questa realtà multiforme. Con la stessa passione “degna di un fan” Massimo Scaglioni, allievo e collaboratore di Aldo Grasso, brillante studioso che da anni si dedica all’approfondimento di media e processi culturali presso l’Università Cattolica di Milano, offre a tutti la possibilità di scoprire i meccanismi che regolano l’affascinante universo della cultualità televisiva. In uscita a fine maggio per Vita e Pensiero “TV di culto” è - come sottolinea nella prefazione Aldo Grasso - la prima ricostruzione complessiva, pubblicata in lingua italiana, sul fenomeno del fandom televisivo. Il tema, che ha prodotto nella letteratura dei Media studies in lingua inglese numerosissimi approfondimenti, in Italia, è stato scarsamente considerato, nonostante anche qui, come dimostra Scaglioni «la cultura del fandom sia ben radicata». Ma cos’è il fandom? Come spiega l’autore il termine “fandom” - sostantivo derivato dall’unione del nome di “fan” e del suffisso “dom” - indica precisamente una collettività di persone (i fan appunto) unite dal comune interesse per un qualche oggetto o fenomeno. Ai concetti di “culto” e di “fandom” gli studi sui media e sulla cultura popolare contemporanea dedicano particolare attenzione e in alcuni approcci sono stati assunti come imprescindibili chiavi di lettura utili a comprendere le strategie della produzione e della distribuzione, le forme dell’offerta e della testualità e i percorsi del consumo della cultura mediatizzata tardomoderna. Se è vero, dunque, che da tempo siamo ormai circondati da oggetti “di culto”, dai cult movie (“Casablanca”, “The Rocky Horror Picture Show”), alle icone di culto (Elvis, Marylin), fino ai libri e agli oggetti (il Maggiolino Volkswagen o l’I-pod), nel campo della cultualità televisiva si sono verificati fenomeni di singolare interesse, che dimostrano come il presente volume sia necessario a codificare comportamenti a prima vista incomprensibili. Pensiamo, ad esempio, al caso di “cyber-resistenza” (divenuto nell’ambito del fandom internazionale quasi un mito), raccontata nel fan-site di “CrashDown”. La storia - bizzarra e in grado di dare valore alle tesi relative al fandom e al suo fortunato connubio con la rete - riguarda il telefilm “Roswell”, mandato in onda sia in America, sia in Europa. La serie, pur non avendo ascolti da record, aveva generato uno stuolo di fan pronti a tutto per difendere il proprio programma. E così è accaduto. Quando, infatti, la Warner Bros aveva deciso la cancellazione del telefilm, la Casa di produzione si è trovata letteralmente sommersa da migliaia di bottiglie di tabasco (il condimento preferito dagli alieni di “Roswell”), che manifestavano l’agguerrita protesta dei telespettatori. Ricco di casi che, come questo, destano curiosità e interesse - fra cui la ricerca condotta sul campo su una comunità italiana di fan della serie fanta-horror “Buffy The Vampire Slayer” - “Tv di culto”, che l’autore dedica affettuosamente a chi ha affollato il recente Telefilm Festival di Milano - è un lavoro condotto con metodo e rigore scientifico, che si avvale di più strumenti, in grado di comprendere la complessità dei meccanismi mediali e culturali, afferrando le mille sfumature, che contraddistinguono la nostra contemporaneità.Le Top News del Sole 24 ORE sul telefonino. | TOP al 48224 |
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