Cuccia che a fine ’93 chiede a Massimo Pini se corrispondono al vero le voci di un’imminente ripresa del controllo del Psi da parte di Craxi (a cui esprimeva riconoscenza per il ruolo positivo giocato a suo tempo dall’inquilino di Palazzo Chigi nella privatizzazione di Mediobanca), lo stesso leader socialista che da Hammamet accusa Cesare Romiti di conoscere e di incontrare il tesoriere del Psi, Vincenzo Balzamo e dunque di finanziare illecitamente il partito a nome della Fiat (nel settembre del ‘92 Romiti aveva a sua volta accusato la classe politica di concussione verso cittadini e imprese, con il pagamento di “compensi per atti molto spesso dovuti”), il fax inviato il 10 aprile 1997 da Edoardo Agnelli con il suggerimento a Craxi di superare i vecchi contrasti per il bene di tutti in un momento non roseo per Cesare Romiti: sono molti gli inediti e le curiosità contenute in ‘Craxi.
Una vita, un’era politica’, il volume che Mondadori manda in libreria il prossimo 27 giugno. Dall’affresco di oltre settecento pagine emerge il ritratto di un leader energico e ambizioso, ma anche di un uomo solo, guardingo nei confronti dei suoi stessi luogotenenti. Un uomo che fu - nel bene e nel male - uno dei principali protagonisti della politica italiana degli anni Ottanta.
“
Chi mi difenderà quando non ci sarò più?”
Membro del consiglio di presidenza dell'Iri (dal 1986 al 1992) e (per otto anni) del Cda della Rai, ‘consigliere per le privatizzazioni’, tra il 1992 e il 1993, nel governo di Giuliano Amato, nonché amico personale di Craxi “fin dal 1967”, Pini ricostruisce in otto capitoli la vita e la carriera politica dell’ex leader socialista morto ad Hammamet, in Tunisia, nel 2000 (l’anno dopo il suo amico Silvio Berlusconi vincerà le elezioni facendo leva sul tema dell’anticomunismo): gli anni giovanili a Milano, l'iscrizione al partito (1951), l'elezione alla Camera dei deputati, le battaglie a sinistra contro l’egemonia culturale del Pci, i governi di coalizione insieme alla Dc, il primo governo a guida socialista (tra il 1983 e il 1987) nella storia della Repubblica, l’intesa con il Papa polacco (‘anticomunista ed estremista come me’, confidava a Massimo Pini nel dicembre dell’83), il referendum sulla scala mobile (giugno 1985), l'atlantismo ma anche la sfida agli americani nella vicenda di Sigonella (ottobre 1985), gli anni drammatici di Tangentopoli, il congresso socialista del ’91 e l’inizio della demolizione del mito di Bettino da parte del ‘mascalzone’ Martelli, il ‘processo speciale’ e la cancellazione dalla scena politica del psi e di quasi tutti gli altri grandi partiti (a cominciare dalla Dc) di un’’era politica’ che volgeva al termine, ‘la lunga agonia’ ad Hammamet. Una biografia appassionata, ma anche ben documentata: oltre che uno degli uomini più vicini a Craxi, l’autore fu per lungo tempo anche il ‘braccio economico e finanziario’ del leader socialista e conosce dunque per esperienza diretta i retroscena di quegli anni prima brillanti, poi tragici.
“Chi mi difenderà quando non ci sarò più?”. Poco prima della prematura scomparsa Craxi era angosciato da questa domanda. Non a caso nella quarta di copertina viene riportato un pensiero dello stesso leader socialista: “’Guai ai vinti’ dicevano gli antichi Romani. Guai perché i vinti lo sono due volte, nella loro vita e dopo, perché la storia la scrivono sempre i vincitori. Ecco sto cercando di combattere perché almeno la storia sia scritta in modo vero”. Basandosi su fonti molteplici - libri, giornali, periodici, discorsi parlamentari, verbali giudiziari, inchieste delle Camere, documenti inediti, materiale televisivo e radiofonico, interviste con protagonisti e comparse - Massimo Pini ha cercato di fare proprio questo: raccontare “in modo vero” la storia di quegli anni che hanno segnato nel profondo la vita di un uomo e della sua famiglia, ma anche dell’intera classe politica del Paese.
Massimo Pini
Craxi
Mondadori
Pagg 737, euro 27,00