Nel giro di pochi decenni al centro del mondo ci saranno non più la costa occidentale degli Stati Uniti e l’Europa, ma la Cina, l'India e tutta l'area che si affaccia sul Pacifico.
È ‘Cindia’, l’impero per il momento solo virtuale - formato dall’unione dei due colossi asiatici, la Cina e l’India, diventate dal 2004 le mete predilette degli investimenti delle multinazionali - tratteggiato in modo efficace nel volume edito da Mondadori dal giornalista e scrittore Federico Rampini.
Il corrispondente di Repubblica da Pechino, ci racconta i due giganti che si stanno imponendo sulla scena mondiale attraverso una collezione di storie di vita quotidiana, di ritratti di grandi capitalisti - di cui in Occidente si ignora persino il nome - e di racconti di viaggio.
La fabbrica del pianeta e la patria dei servizi
Il neologismo - Cindia - non sta ad indicare che Cina e India siano lo stesso blocco geopolitico: fra i due paesi, infatti, esistono differenze abissali e due modelli alternativi: “l'India è la più vasta democrazia esistente al mondo, un esempio di pluralismo e di tolleranza unico per un paese di quelle dimensioni”. La Cina, invece, “sprigiona un fascino irresistibile, ma di segno opposto: è il più imponente modello di Stato autoritario, funzionale e modernizzatore, che ha saputo in pochi decenni traghettare dalla miseria al benessere 300 milioni di persone”. In un'ottica di medio periodo, però, le convergenze fra il Dragone e la Tigre si stanno rafforzando: stessi bisogni energetici, stesse necessità di innovazione continua, stessi obiettivi di crescita economica.
L'impetuoso sviluppo economico conosciuto negli ultimi anni dall’Asia - dove si concentrano tre miliardi e mezzo di persone - è partito negli anni ’80 dalla Cina - diventata ormai la fabbrica del pianeta - ed ha via via coinvolto molti paesi asiatici, fino ad arrivare all'India: dal 1991 le riforme economiche di New Delhi hanno liberato infatti l’energia dell’Elefante che negli anni si è imposto come la ‘patria dei servizi’; la diffusa conoscenza della lingua inglese e un buon livello di istruzione tecnico-scientifica hanno infatti spinto molte aziende americane e inglesi a delocalizzare nel territorio indiano alcuni servizi fondamentali (dalla compilazione delle dichiarazioni fiscali alla lettura delle lastre mediche, per fare solo alcuni esempi).
Nel 2030 Cindia contribuirà al 42% del Pil mondiale
Che quest’area sia destinata a diventare il nuovo centro del pianeta - nel 2030 questo mercato contribuirà al 42% del Pil mondiale, lasciando agli Usa il 23 per cento e all’Europa solo il 16 - è anche testimoniato secondo Rampini dal fatto che “nel 2006 il dipartimento di Stato ha spostato definitivamente centinaia di diplomatici, ridimensionando gli organici delle sue ambasciate europee per rafforzare quelle asiatiche”.
Ma che, al di là delle ipotesi, quest’area sia già una realtà di fatto che - per dirla con l’autore - “fa venire i brividi all’Occidente” lo testimonia la corsa all’accaparramento di energia: “nel 2005 - scrive l’autore - l’Asia è già diventata l’acquirente del 66% del petrolio del Golfo Persico ed entro il 2010 ne comprerà il 75%”. Une vera e propria sete di petrolio, quella di Cindia, che ha contribuito a spingere il prezzo dell’oro nero oltre i 70 dollari al barile.
Un’ulteriore riprova dell’importanza sempre crescente di Cindia? I nuovi Paperoni nel mondo nascono soprattutto nell’area Asia-Pacifico, India e Corea del sud in testa. La classifica 2005 dei super ricchi, stilata annualmente da Merrill Lynch-Cap Gemini, vede ancora americani ed europei piazzati nelle posizioni di testa, ma fra i primi 10 troviamo già un indiano (Lakshmi Mittal, al quinto posto) e un settantasettenne di Hong Kong (tale Li Ka-shing) al decimo.
Vincerà la ricetta cinese, quella indiana, o un misto fra le due? E con quali conseguenze per il resto del mondo? Bill Gates ha recentemente dichiarato: “Tutti mi chiedono che ne sarà della sfida tra Cina e India, lo mi preoccupo di più della nostra sfida contro Cina più India”. La sua Microsoft, intanto, ha deciso di spostare in India parte della sua produzione.
Federico Rampini
L’impero di Cindia
Mondadori
Pagg 371, euro 15,00