In principio era il Verbo.
Antenato illustre e creativo della verità in formazione alfabetica. Schierata in ortografia e grammatica per la marcia trionfale della Comunicazione. Compagine semantica ai nostri ordini, puntata al bersaglio dell’Intelligibilità. Gli ho parlato chiaro, gliel’ho detto chiaro e tondo!”: canta vittoria la colloquiale presunzione. Ma se potessimo leggere la sbobinatura di quello che abbiamo realmente detto dovremmo ammettere che non c’è nulla di più opaco di un discorso chiaro . E quando la marcia in fila per due di sillabe e suoni slitta sulla buccia dell’imponderabile, ecco che carta canta, verba volant . Parole a gambe all’aria, ruzzoloni sintattici, verbi e proverbi in caduta libera, nell’esilarante, ignara -non sempre ignorante- innocenza delle frasi matte da legare. Che siano affette da follia congenita – perché pervertono la logica del discorso o perché sono costruite con parole di cui il locatore non conosce bene il significato - o da diversi gradi di psicosi -che possono colpire una sola lettera, parte di una parola o una parola intera- le frasi impazzite sfuggono a cura e prevenzione. E se il contatto provoca una sintomatologia di irresistibili risate, il caso clinico è, tuttavia, serissimo . Parola –lucida e sana!- di Stefano Bartezzaghi, semiologo ed enigmista che dal 2000 tiene la rubrica di giochi di parole Lessico e nuvole sul sito della Repubblica , collezionando impietosi scivoloni linguistici inviati dai suoi lettori-delatori. Attenti a cogliere al volo gli arditi svolazzi verbali di anziane zie, dirigenti e sindacalisti in riunione, arbitri e docenti, politici e giornalisti.
Ma non chiamatelo stupidario , ammonisce Bartezzaghi, che ha trasferito dalle corsie on line alle corsie cartacee del libro Non ne ho la più squallida idea i più interessanti e divertenti casi di frasi psicotiche. Il genere popolare dello stupidario, infatti, ha un’origine antipopolare . Espressione coniata, non a caso, da Benito Mussolini, implica il filtro sprezzante di esperti in materia (spiazzanti i tecnici informatici, la cui disinvolta terminologia mette in soggezione anche la più brillante mente di neofita )che si divertono a prendere in giro i non illuminati .
Quello di Bartezzaghi è, in realtà, un autentico programma di lavoro che, ispirandosi a un errore ortografico - Svegliamo l’arcano - inviato alla sua rubrica, intende destare –tra allegria e delicatezza, tra incredulità e gratitudine- il sospetto che le frasi matte non svelano l’arcano…ma lo svegliano: aggiungono alla realtà i pezzi che le mancano. Il Super-io telefona, ma l’inconscio ride .
E la realtà si sbriciola e colora come in un caleidoscopio. L’asimmetria delle certezze. Dalla storia – i romani erano divisi in due classi: i patrizi e i playboy - alla geografia – Ho fatto un bel safari in Tarzania - ; dal vangelo formato fiaba- Alzati, Sesamo, e cammina - al razzismo formato gastronomia- Prendi un uovo, dividi il bianco dal nero . Attraversando in auto la valle della morte- Quando muoio mi faccio cromare - o scendendo a valle nella malattia – Quel tipo là, poveretto, ha quattro ski-pass nel cuore -.
Suddiviso in capitoli a tema, bissando il divertimento negli arguti titoli dati dall’autore a ogni singola frase matta, il libro semina in follia ogni terreno della comunicazione. Tra foglietti illustrativi dei medicinali – Indicazioni: trattamento dell’insonnia. Avvertenza: Attenzione! Può causare sonnolenza - , istruzioni per l’uso – Su una cuffia da doccia in dotazione in una camera d’albergo: Serve per una testa alla volta -, parole crociate - Era solitario quello di Leopardi, incomincia per P: Piacere - o sistema T9 per gli sms –digiti ebraismo , salta fuori in automatico fascismo - . E se campioni di creatività sono i bambini, gli stranieri che parlano in un’altra lingua o coloro che hanno parlato un dialetto prima dell’italiano, ben più squallida idea ricaviamo dalle dichiarazioni ufficiali di politici, allenatori –Trap docet- e giornalisti.
Ma nel mistero buffo dell’umorismo involontario –da prendere a piccole dosi, suggerisce l’autore, per non sottovalutare l’arcano- si ride senza riguardi e in tenerezza. Naufraghi tutti –chi più chi meno- nel caos linguistico primigenio , ingenuo e genuino . In cui è prudente procedere a passo d’uovo . Mentre George Bush fa ciao ciao con la mano a Stevie Wonder.
Non ne ho la più squallida idea
di Stefano Bartezzaghi
Mondadori pagg. 201, euro 14,00
www.librimondadori.it
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