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29 settembre 2006

La Guerra civile spagnola vista con gli occhi delle donne

di Francesco Prisco

Addentrarsi nella Storia passando attraverso la porta di servizio a volte è un’operazione stimolante, anche per uno studioso di fama internazionale. Scegliere di raccontare un evento di portata epocale senza concentrare la propria attenzione su chi detiene il potere decisionale ma puntando, una volta tanto, su chi le decisioni le rispetta, le subisce o, piuttosto, le osteggia è una sfida che affascina anche il più spocchioso degli accademici.
In tutta probabilità per lo storico inglese Paul Preston, docente della London School of Economics nonché celebrato biografo del generalissimo Francisco Franco, la Guerra civile spagnola non ha segreti. Quale scommessa migliore, allora, che raccontarla partendo dalle vite di quattro persone piuttosto “normali”? E’ quanto l’autore prova a fare in “Colombe di guerra. Storie di donne nella Guerra civile spagnola”, pochi mesi fa uscito in Italia per “Le Scie” di Mondadori. Chi, ad apprendere titolo e materia dell’opera, penserà alla romantica Pilàr di “Per chi suona la campana” resterà deluso: da queste parti non c’è spazio l’indole avventurosa di un Hemingway. A Preston non interessa il genere romanzesco, quanto piuttosto quello biografico, con tutte le complicazioni che la scelta comporta essendo i suoi personaggi tutt’altro che noti al grande pubblico. Preston resta biografo, ma stavolta Franco sta sullo sfondo: la ribalta tocca a quattro donne, di nazionalità e pensiero politico diverso, i cui destini si incrociarono lungo i terribili fatti di sangue che ebbero luogo nella penisola iberica dal ’36 al ’39. Due di parte repubblicana, due di parte franchista in nome di un ideale politically correct cui gli autori inglesi (non sappiamo quanto consciamente) alla fine non rinunciano mai. Si parte da Priscilla Scott-Ellis, giovane esponente della nobiltà inglese che arriva in Spagna per sposare l’amato principe Ataùlfo d’Olréans-Borbone e finisce col prestare servizio volontario negli ospedali di campo delle colonne franchiste. Si prosegue, sul fronte opposto, con Nan Green, comunista e madre di due bambini che non esita a lasciare l’Inghilterra per lottare al fianco del marito arruolatosi volontario nelle Brigate Internazionali che si opponevano al fascismo. Quindi è la volta di Mercedes Sanz-Bachiller che, sconvolta da un aborto causato dalla notizia della morte del marito in combattimento, si dedica a tempo pieno alle attività di assistenza alle truppe che faranno di lei una delle donne più influenti del franchismo. Chiude il quadro, ancora per la parte repubblicana, Margarita Nelken, femminista ante litteram che fonde attivismo politico e attività di scrittrice. Quattro figure molto diverse i cui destini fatalmente si incrociano sull’orlo di un baratro che inghiotte buona parte di una nazione. Dalle pagine di Preston emerge bene il carattere di internazionalismo che la Guerra civile spagnola assunse nell’immaginario di un'Europa che stava per varcare la soglia fatale della Seconda guerra mondiale. E’ tempo di sentimenti forti, solidarietà di classe contrapposta a difesa dell’identità tradizionale di un popolo, con le donne che non si sottraggono affatto ma, anzi, svolgono un ruolo di primo piano nel crudele gioco della scelta di campo. Preston, come si diceva, non ha per le mani Franco ma alle sue donne dedica la stessa dovizia di particolari della biografia del generalissimo. Cambiano le fonti (non atti pubblici ma lettere e testimonianze private), molto simile è lo spirito di fondo. Ne nasce un libro che di certo non è imprescindibile per comprendere i fatti di Spagna (come lo è “La guerra civile spagnola”, pubblicato da Preston nel ’99 sempre per Mondadori) ma aggiunge una pagina originale al lavoro di ricostruzione da anni in corso intorno ad una tragedia tutta europea.

Paul Preston
Colombe di guerra
Storie di donne nella Guerra civile spagnola
Mondadori
pp. 360
euro 20



 

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