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22 settembre 2006

1976, quando la radio diventò veramente libera

di Giovanna Canzi

Entrare in macchina, accendere la radio, sintonizzarsi sulla propria frequenza preferita o abbandonarsi a uno zapping dionisiaco, che ci accompagnerà lungo il nostro percorso, sembra normale. Scegliere se affidarsi all’informazione di un’emittente “All News” o a quella essenziale delle reti musicali, è un automatismo immediato. Eppure, se voltiamo lo sguardo, e pensiamo al nostro passato, capiamo che ci siamo sbagliati: la libertà d’antenna in Italia ha una data di nascita ben precisa. E’ il giorno in cui – il 28 luglio del 1976 - una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale permetteva alle trasmissioni radiofoniche private - purché a copertura locale - di uscire dalla clandestinità. Prima di allora regnava sovrana una sola voce: quella della RAI. Per festeggiare questo trentesimo compleanno una mostra itinerante – promossa dalla Minerva Eventi di Bologna – e un volume ricco di testimonianze, approfondimenti, immagini (Minerva Edizioni, 448 pagg., euro 49) curato da Peppino Ortoleva, docente di Storia dei Media dell’Università di Torino e da Giovanni Cordoni. Un excursus negli anni più ribelli e stimolanti del nostro Paese, quando bastava un microfono e un po’ di coraggio, per uscire dalle righe e improvvisarsi pionieri dell’etere. Anni di fermenti politici e sociali, di entusiasmi e di speranze, di rabbia e di voglia di cambiare le regole, anche attraverso un’emittente radiofonica. Claudio CecchettoPrima di quella sentenza molti tentativi, alcuni solo abbozzati, come l’esperienza lampo di Radio Libera Partinico (Radio Sicilia Libera), che andò in onda fra il 25 e il 26 marzo del 1970, dando voce ai terremotati del Belice, e fu immediatamente chiusa dalla Polizia dopo solo 27 ore. Tre anni dopo altre emittenti facevano capolino: Radio Potenza Centrale di Bonaventura Postiglione, che trasmetteva da un’automobile mai parcheggiata nello stesso luogo, o Radio Bologna, nata su iniziativa di Roberto Faenza, “ideologo” della libertà d’espressione, che nel suo volume “Senza chiedere permesso” aveva legittimato tutti i giovani del tempo a impossessarsi dei media, a dispetto delle autorità e dei centri di potere. A far parte di quel gruppo, che prese in parola Faenza, ragazzi come Mauro Coruzzi (oggi meglio noto come Platinette), Nino Cozzi (in arte P3), Gerry Scotti, Claudio Cecchetto, Albertino… alla fine del 1975 le radio private, segnalate sulle riviste specializzate, superavano le cento unità: era nata la stagione dei “Cento Fiori”. Dal 1976 in poi, con l’uscita dalla clandestinità, la libertà d’antenna iniziò a esprimere una pluralità di voci: quella ironica di Diego Abatantuono - dagli studi milanesi di Radio Studio 105 – quella alternativa di Piero Scaramucci, che nella sua Radio Popolare faceva muovere i primi passi ai grandi giornalisti di domani – da Gad Lerner a Lucia Annunziata – o quella di Radio Alice, che faceva risuonare la rivolta studentesca, prima di essere chiusa in diretta dalla polizia, come racconta il film di Guido Chiesa “Lavorare con lentezza”. Accanto alle esperienze più impegnate – come non citare Peppino Impastato, che dalle frequenze di Radio Aut in provincia di Palermo conduceva una lotta alla mafia, che gli cosò la vita – il pubblico iniziava ad affezionarsi sia alla radio di intrattenimento, sia a quella di informazione. Nel 1982 Claudio Cecchetto fondava Radio Deejey, nello stesso anno Mario Volanti inaugurava a Milano Radio Italia Solo Musica Italiana, mentre nel 1999 venne fondata Radio 24, il primo esperimento di Radio “All News” in Italia, destinata a imporsi come network di approfondimento e di cultura. Prima esperienza puramente dimostrativa, poi strumento in grado di dare voce agli esclusi, oggi medium, che necessita di una riqualificazione tecnica per poter crescere ancora - come sottolinea Mario Luzzatto Fegiz in un’intervista del volume – la radio, entrata con allegria nella quotidianità degli italiani, tiene avvinti a sé più di 37 milioni di ascoltatori, che ogni giorno la scelgono come fidata compagna.

MOSTRA ITINERANTE
Radio FM 1976-2006 – Trent’anni di libertà d’antenna
A cura di Minerva Eventi, info: www.30annidiradiofm.it
Bologna; 10-24 settembre 2006
Museo della Sanità, Oratorio di Santa Maria della Vita, via Clavature 8
Modena; 30 settembre -15 ottobre 2006
Chiesa di San Paolo, via San Selmi 69
Padova; 25 novembre - 10 dicembre 2006
Ex Scuderie di Palazzo Moroni – via del Municipio 1
Roma; 15 settembre 2007 - 28 ottobre 2007
Musei di Roma in Trastevere; Piazza S. Egidio 1/B
VOLUME
Radio FM 1976-2006 – Trent’anni di libertà d’antenna
A cura di Peppino Ortoleva e Giovanni Cordoni
Saggi di Enrico Menduni, Barbara Fenati, Cècil Méadel
Minerva Edizioni, 448 pagg., euro 49
www.minervaedizioni.com



 

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