Cosa si intende per Medio Oriente? Quali sono le differenze tra il ‘Medio’ e il ‘Vicino’ Oriente?
Qual è il ruolo e il peso di quest’area nella geopolitica mondiale e nelle relazioni internazionali? Qual è la variabile principale della storia del Medio Oriente? È pensabile una ‘via islamica alla democrazia’? Questi alcuni degli interrogativi che caratterizzano il volume scritto da Massimo Campanili, docente di ‘Storia contemporanea dei paesi arabi’ all’Istituto Universitario Orientale di Napoli e di ‘Civiltà islamica’ alla Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano.
Decisamente interessante l’approccio:
Campanini sposta infatti la visuale da un'ottica eurocentrica (o occidentale) - che rischia di fuorviare la capacità di interpretare gli eventi - a un’ottica che tiene conto anche del ‘punto di vista islamico’. La chiave giusta, a nostro parere, per farsi un'idea della regione in modo completo e obiettivo.
L’Islam, l’elemento unificante
Una categoria - quella di Medio Oriente - nata in un’ottica eurocentrica alla fine del XIX secolo, ma ancora oggi utilizzata per indicare l’insieme di territori che vanno dal Marocco all’Iran: una regione strategica per la presenza del petrolio e lacerata da molteplici fattori di crisi.
Un’area così variegata per lingue e popolazioni che - nonostante la presenza di una minoranza cristiana, in alcuni casi numericamente consistente (Egitto o Libano), in altri del tutto insignificante (nel Maghreb, per esempio, o in Iraq) - trova nell’Islam il suo elemento unificante, “la variabile principale, tanto ideologica quanto politica, della storia del Medio Oriente”. La stragrande maggioranza degli abitanti di quest’area geopolitica – sottolinea Campanini – “è musulmana e all’Islam fa risalire le proprie radici culturali e di civiltà”. Anche per questo, dell’Islam il libro segue l’evoluzione nella sua costante e plurale dialettica col mondo occidentale: dai movimenti di rinnovamento dell’Ottocento al riformismo dei Fratelli Musulmani, dal confronto con le ideologie secolari del nazionalismo e del socialismo alla sfida delle organizzazioni radicali.
Il volume, edito da ‘Il Mulino’, ripercorre in undici capitoli divisi in quattro sezioni - ‘Lo scontro con la modernità’, ‘Tra prima e seconda guerra mondiale’, ‘L’età della colonizzazione’ e ‘Il Medio Oriente negli ultimi decenni del novecento’ - la storia politica nei suoi snodi fondamentali: la spedizione napoleonica in Egitto e l’incontro con la modernità, le riforme dell’impero ottomano e la caduta del califfato, il processo di decolonizzazione, la guerra dei Sei giorni del 1967, la rivoluzione iraniana, la presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan, l’intifada palestinese, fino alla caduta di Saddam Hussein e all’attuale conflitto che oppone gli Stati Uniti all’Iraq.
L’autore ci invita a stare alla larga dall’’islamofobia’ – “estremamente pericolosa poiché rischia di marginalizzare le molteplici voci moderate e disponibili al dialogo” – e a guardare con fiducia all’’Islam plurale’; quell’Islam in cerca di un confronto aperto - sia pure da un ‘punto di vista islamico’ – e che rifiuta quell’’Islam perdente’ “che evoca improbabili scenari di applicazione della ‘sharia’ a tutto il mondo conosciuto o pretende di cambiare il mondo attraverso sanguinosi attentati in qualche parte del globo”.
M. Campanini
Storia del Medio Oriente
Il Mulino
Pagg 257, euro 13,00