Samson Greene è un uomo di 36 anni, docente di letteratura inglese alla Columbia University di New York, che conduce una vita brillante circondato dall’amore della moglie Anna e da numerosi amici, impegni e riconoscimenti professionali.

Un pomeriggio di maggio del 2000 Samson, dopo essere uscito dalla facoltà di inglese, non torna a casa, ma verrà trovato, alcuni giorni più tardi, nel deserto del Nevada, completamente privo di memoria e in pieno stato confusionale. L’improvvisa amnesia, causata da un tumore benigno che gli verrà rimosso, lascia un buco di 24 anni nel suo cervello: i suoi ricordi - vivissimi - si fermano all’infanzia e terminano bruscamente al dodicesimo anno di età. Dopodiché, è come se “il mondo si fermasse e sfociasse in un vuoto silenzio dove Samson riusciva a udire solo l’eco del suo battito cardiaco”.
La perdita della memoria come perdita di se stessi e dei propri sentimenti è il fulcro del romanzo d’esordio dell’americana Nicole Krauss, classe 1974, già autrice di poesie e nota in Italia per La storia dell’amore, il suo secondo libro, pubblicato da Guanda. Sempre per Guanda esce in questi giorni Un uomo sulla soglia, la storia di un uomo senza passato che, anziché cercare di recuperarlo, preferisce inventarsi un nuovo se stesso e una nuova vita. Per questo Samson Greene accetta di farsi coinvolgere nel progetto scientifico a cui lavora, in California, l’enigmatico neurologo Ray Malcolm. Il medico, assieme a un gruppo di ricercatori, sta mettendo a punto una macchina per trasferire le memorie delle persone. Un esperimento inquietante che si rivelerà drammatico quando Samson si troverà catapultati nella propria mente i ricordi di un ex soldato che prese parte ai test nucleari condotti negli anni Cinquanta nel Desert Rock.
È straordinario come questa giovane scrittrice, appena 25enne quando mise mano a questo romanzo, abbia saputo descrivere nei dettagli e con precisione scientifica sia i test nucleari, sia gli esperimenti sulla memoria e il funzionamento delle apparecchiature nel laboratorio del dottor Malcolm. Un tema e un’ambientazione difficili da affrontare o comunicare e il testo abbonda di riferimenti alla medicina e all’informatica. Del resto, non era facile neppure mettersi nei panni di un uomo di 36 anni e indagare cosa può accadere nella sua mente e quali sentimenti deve provare nella sua eccezionale situazione.
Il romanzo di Nicole Krauss, moglie del più celebre Jonathan Satran Foer (autore di Ogni cosa è illuminata), è una prova di grande maturità artistica e sapienza stilistica. A cominciare dalla struttura stessa del romanzo, che si apre con un flash (siamo nel deserto californiano, nel 1957, durante lo scoppio di una bomba atomica) a cui, per oltre duecento pagine, non si fa più cenno, ma che riaffiora poi dando senso e completezza alla trama.
Un romanzo sulla memoria e sull’assenza, dunque, ma anche un romanzo sulla solitudine degli uomini, che deriva dalla frustrazione del desiderio di comprendere completamente le altre persone e che in Samson è portata alle estreme conseguenze. Una solitudine a cui fa da sfondo il deserto, grande coprotagonista del libro, controparte ideale allo stato di oblio di Samson, metafora del vuoto e della purezza nella sua mente.
Eppure la perdita subita fornisce a Samson anche l’opportunità di ricominciare da capo e la libertà di inventare un nuovo se stesso, senza il peso di quello precedente (con i suoi ricordi, i suoi sensi di colpa, i suoi desideri frustrati). E alla fine quest’uomo senza passato riesce a crearsi una nuova, sofferta, profonda, identità e torna a essere anche lui “un uomo con un passato al pari di chiunque altro”. Non solo: capiremo dall’epilogo che Samson è diventato forse migliore di quello che era, che ama ora sua moglie Anna (che pure lo ha lasciato) più di quanto l’amasse prima. Perché se è vero, come sembra sostenere Nicole Krauss, che amare è ricordare, e condividere i ricordi, è anche vero che Samson ricorda Anna per come l’ha vista e conosciuta nella sua nuova vita. Si innamora nuovamente di lei, ma in modo diverso, poiché lui stesso è diverso.