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29 settembre 2006

Un eco-thriller per le verità di Andrea De Carlo

Riccardo Barlaam

Mare delle verità, ultima fatica letteraria di Andrea De Carlo, è un romanzo insolito per l’autore di Treno di panna e Due di due. Un thriller, un eco-thriller per così dire, pieno di dettagli che legano, piacevolmente, il lettore alla pagina, fino alla fine, al foglio numero 324. La storia ruota attorno alla figura di Lorenzo Telmari, sorta di Big Lebowsky in salsa nostrana. Un uomo ai margini da tutto, capace, come ha detto lo stesso De Carlo, di avere uno “sguardo vergine” sulla poco esaltante realtà italiana dei giorni nostri. Storico mancato, ex velista, eremita bucolico per scelta di vita, Lorenzo, complice l’improvvisa scomparsa del padre Teo, scienziato di fama mondiale, si ritrova catapultato nella Roma di oggi. Specchio fedele e implacabile della società italiana e dei suoi tanti limiti. L’autore dipana con tecnica narrativa provata dettagli e rimandi, capitolo dopo capitolo. L’eremita Telmari si ritrova suo malgrado coinvolto in un intrigo internazionale, con tanto di pedinamenti, attentati e strani suicidi. Un intrigo ordito da ambienti vicini al Vaticano per recuperare lo scottante memoriale scritto dal cardinale Ndionge, prelato africano ucciso dall’Aids che critica apertamente la politica della chiesa di Roma e la sua responsabilità nella diffusione della malattia nei Paesi sottosviluppati. In mezzo all’intrigo ci scappa pure la storia d’amore - forse le pagine più intense del volume - con una giovane attivista ecologista (Mette, danese “dai capelli rosso-miele”). Nello sfondo c’è la società italiana di oggi, la sua volgarità, l’arroganza e il pressappochismo della politica, ben rappresentata nella figura di Fabio Telmari, il fratello in carriera di Lorenzo, un politico rampante con i telefonini eternamente trillanti, l’auto blu, gli spalloni, le inevitabili amanti segretarie, sospeso tra l’adrenalina dell’apparire e la droga del potere a tutti i costi. Dopo una serie di morti e di bombe, il giovane bucolico catapultato in città e la danese “ecoterrorista” riescono a recuperare l’ultima copia, la terza scritta con carta carbone (le prime due sono andate distrutte) dello scottante dossier anti-Vaticano. Il pregio di questo libro è che si legge, come accennato, tutto di un fiato. Pregio non trascurabile. Il punto debole è che la lettura lascia poco o niente. Una costruzione sapiente non basta a eliminare la sensazione di artificio e di distanza che risalta sovente in molte delle descrizioni del volume.

di



 

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