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6 novembre 2006

Avanti popolo: la dignità dei lauradur raccontata da Sergio Banali

di Giuseppe Ceretti

Ci sono tante buone ragioni per non scrivere di e su un libro appena uscito. Le elenco: la conoscenza diretta dell'autore, un'amicizia di lunga data, la frequentazione quotidiana per un lungo tratto di cammino professionale, la scarsa attinenza (presunta) del pubblico di riferimento, in questo caso Il Sole24Ore, con l'oggetto della narrazione.
In aperta violazione della deontologia professionale, confesso di essere colpevole di tutti i fatti sopra enunciati. Un chiaro esempio, direbbero miei illustri colleghi di testata, di insider.
Vale Sergio Banali un rischio così palese di violazione delle regole del giornalismo? Sì e provo a spiegare perché.
Avanti popolo, non è la stanca agiografia di un tempo che fu, di un'età dell'oro. E' un romanzo, vero e sincero come il vino novello che in questi giorni riempie le nostre tavole. E' la storia di sconfitti, ma non di vinti, di donne e uomini che hanno attraversato strade impervie per affermare la loro dignità. Avanti popolo è un romanzo di parte, dichiarato, palese, ma le aspirazioni dei lauradur di Banali sono quelle di uomini che hanno rispetto degli altri oltre che dei propri ideali.
Banali non incanta, non racconta frottole, non piega la storia a suo uso e consumo. Fosco, il protagonista o meglio la sentinella di questa stupenda galleria di personaggi che attraversano gli anni del fascismo prima, della Resistenza poi, e infine del dopoguerra, tra fabbriche e campagne, è un caleidoscopio del "politicamente scorretto": sempre dalla parte sbagliata, anche rispetto ai suoi compagni, ma con la generosità di chi non si considera mai al centro dell'universo, ma al servizio degli altri, degli umili. Pagando sempre in prima persona, sempre sconfitto, mai domo. Avanti popolo racconta di gente in carne e ossa: anche i tanto detestati "padrun" sono tratteggiati in chiaro scuro, tanto che quando leggiamo dell'angoscia della moglie dell'agrario, che spia dall'uscio le mosse dei crumiri e quelle del marito pronto a fare sfracelli, per un attimo le parti paiono rovesciarsi. Avanti popolo, dice Banali, con coraggio, ma con la forza della dignità e dell'umana comprensione.



 

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