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16 novembre 2006 |
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Lo scatto in avanti del Digital Photo Festival di Luccadi Giovanna Mancini |
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L’obiettivo è di quelli ambiziosi, riempire un vuoto che pesa sulla vita culturale del nostro Paese, dando all’Italia un Festival della fotografia che, se certo non può competere per dimensioni e numeri con quelli di Perpignan e Arles, segni almeno la via per dare a quest’arte, anche da noi, la giusta considerazione. L’idea è venuta all’Associazione Toscana Arti Fotografiche di Lucca che, assieme al Comune della città, ha dato vita lo scorso anno al Festival internazionale della fotografia digitale. Forte delle 4mila presenza registrate nel 2005, da sabato 18 novembre al 10 dicembre va in scena la seconda edizione, con un programma di nove mostre personali di autori italiani e internazionali e due mostre collettive. La particolarità, rispetto al festival che si svolge a Roma ogni primavera-estate, è quella di essere un evento più a misura d’uomo, molto legato alla città che lo ospita.
“Quella del digitale è quasi una scusa, uno spunto di partenza – spiega uno dei due direttori artistici, Enrico Stefanelli -. In realtà molte delle immagini che presenteremo sono state realizzate con supporti tradizionali, anche se quasi tutte oggi vengono trattate con Photoshop o sviluppate con tecniche digitali”.
Ai giovani soprattutto si rivolge una delle mostre in calendario, quella di Ivo Saglietti (Le stragi del sabato sera), che racconta visivamente le oltre 100mila morti per incidenti stradali registrate in Europa ogni anno a danno soprattutto di ragazzi.
Ma le aree tematiche del festival sono le più varie: prevale l’impegno, a partire dal reportage sulle vittime dell’Aids (Posithiv+), realizzato dallo spagnolo 32enne Pep Bonet che nella sua carriera ha viaggiato attraverso l’Africa, l’Andalusia, Cuba, il Marocco e la Turchia, lavorando anche come volontario con l’associazione Medici senza frontiere. Un forte taglio sociale e di denuncia viene anche da Chernobyl, la mostra del tedesco Gerd Ludwig, celebre soprattutto per il coraggioso lavoro con cui, tra il 1992 e il 1996, ha documentato il grave inquinamento nei Paesi dell’ex Unione sovietica e le conseguenze sulle popolazioni. Ma maestro incontrastato del reportage sociale è l’americano Steve McCurry, considerato tra i più importanti fotografi contemporanei: proprio quel McCurry che nel 1984 immortalò gli occhi verdissimi e spaventati della bimba afgana rifugiata in un campo profughi di Peshawar (Pakistan). Occhi che fecero poi il giro del mondo su una celebre copertina del National Geographic. È lui il vincitore quest’anno del Lucca Digital Photo Award, presente alla kermesse toscana con South South East, una rassegna dall’India, il Paese in cui imparò quell’uso del colore che divenne poi il tratto distintivo del reporter. Membro tra l’altro dell’agenzia Magnum, McCurry ha testimoniato con i suoi scatti le atrocità dei numerosi conflitti che hanno sconvolto il mondo negli ultimi anni, dall’Iran all’Iraq, da Beirut alla Cambogia, alle Filippine, alla Guerra del Golfo.
E di guerra, dei suoi aspetti più disumani, parlano anche le immagini del tedesco Erich Hartmann, scomparso nel 1999, di cui il festival toscano ricorda l’importante lavoro dedicato ai campi di concentramento (In the camps), 74 scatti in bianco e nero provenienti da 31 campi nazisti. Cresciuto anche lui alla scuola del reportage sociale, il giovane italiano Gabriele Croppi è presente a Lucca con una video installazione ispirata ai testi del poeta portoghese Fernando Pessoa (Fughe, omaggio a Fernando Pessoa). Tra l’interesse per il sociale e la passione per la musica e lo spettacolo si muove invece Pino Ninfa, autore di un reportage sugli ospedali della Cambogia al seguito di Emergency, ma anche di una mostra come quella che si vedrà a Lucca, intitolata Nero Tango, “un viaggio fotografico nel mondo del tango argentino”, dove questo ballo è presentato non solo una danza ma come un dialogo tra sessi diversi, un tentativo disperato di accorciare la solitudine dei corpi. Italiano è anche il milanese Alessandro Trovati, considerato uno dei principali fotografi sportivi del nostro Paese, che porta al festival i suoi Scatti d’atleta, immagini che immortalano il movimento di campioni come Alberto Tomba, Marco Pantani e Yuri Chechi. Agli animali selvaggi è invece dedicata Eye to Eye di Frans Lanting, uno dei più grandi fotografi naturalisti viventi.
Si segnalano, infine, la mostra collettiva Fotografi di scena dell’Accademia del Teatro alla Scala, che sarà allestita all’interno delle vetrine degli antiquari di Lucca, e la replica di World Press Photo che, dopo Milano e Roma, trova la sua terza sede italiana nella splendida Villa Bottini a Lucca. E accanto alle mostre, molti saranno gli eventi collaterali: workshop con gli artisti, tavole rotonde e momenti di incontro e confronto tra professionisti e semplici appassionati.
Festival internazionale della fotografia digitale – Lucca Digital Photo Fest, Lucca, dal 18 novembre al 10 dicembre.
Sedi varie.
Per informazioni: tel. 0583/5899215; www.luccadigitalphotofest.it.
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