8 dicembre 2006 |
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La Pietà di Michelangelo a Firenze per i tipi di Mandragoradi Stefano Biolchini |
Secondo il racconto di vasariano il grande Michelangelo scolpì la Pietà oggi a Firenze pensando alla propria sepoltura, quando era ormai settanciquenne, riservando i suoi stessi tratti per la figura di Nicodemo che, al culmine della piramide, sorregge il corpo del Cristo. Dopo anni di lavoro discontinuo e tormentato come ci racconta vasari, lo stesso Michelangelo in un accesso di collera sfregiò questo suo intenso capolavoro per poi donarlo a un suo servitore. Ceduta al banchiere fiorentino Francesco Bandini e restaurata da Tiberio Calcagni, la scultura fu posta al centro della villa romana dei Bandini al Quirinale. Oltre un secolo dopo Cosimo III la riportò a Firenze dove passò da San Lorenzo al Duomo e quindi al Museo dell'opera di Santa Maria del Fiore. La scultura combina, a differenza delle altre celeberrime conservate in San Pietro e al Castello Sforzesco di Milano, le quattro figure del Cristo, della madre, di una Maria (Maddalena?) e di Nicodemo, con sotteso il tema "della restituzione del Cristo alla madre": cosa che rende la sua morte mistica, vivida e dunque tangibile.
Il volume di Jack Wasserman edito da Mandragora e dal titolo La Pietà di Michelangelo a Firenze, analizza in maniera puntuale, attraverso 8 capitoli, gli interrogativi e i molti problemi connessi alla storia controversa e discussa di questo capolavoro: primi fra tutti l'origine e la funzione della scultura, la sua cronologia e i motivi che ne determinarono la realizzazione. Quindi si vagliano i problemi legati alle fonti iconografiche, al titolo e ai soggetti dell'opera; particolarmente approfondito il tema del significato formale della composizione del contenuto religioso; si passa poi al vaglio dei problemi connessi all'aggressione dello stesso Michelangelo; un capitolo esamina la documentazione relativa all'acquisizione da parte di Francesco Bandini e l'intervento sull'opera del Calcagni, il suo metodo di ricostruzione e assemblaggio. Gli ultimi capitoli sono dedicati alle fonti d'archivio reperite di recente, e ai movimenti dell'opera in Firenze fino al suo ingresso nel Museo dell'opera di Santa Maria del Fiore, oltre a una serie di studi iconografici e tecnici, arricchiti dagli esiti degli approcci multidisciplinari.
Jack Wasserman, La Pietà di Michelangelo a Firenze, edito da Mandragora, con saggi di Franca Trinchieri Camiz, Timothy Verdon e Peter Rockwell. Fotografie di Aurelio Amendola. Edizione italiana a cura di Monica Fintoni, 260 pagine, 65 euro.
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