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Firenze celebra Desiderio, pupillo sfortunato di Donatello

di Francesco Prisco

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16 febbraio 2007

Desiderio da Settignano, Busto di bambino, (marmo, h. cm 26,3 x 24,7), Washington, National Gallery of ArtUn destino terribile gli ha impedito di finire nel novero dei principali maestri rinascimentali. Oggi, a distanza di oltre cinque secoli dalla sua prematura scomparsa, la città che tenne a battesimo la sua arte gli rende finalmente omaggio. Si intitola “La scoperta della grazia nella scultura del Rinascimento” la prima personale che Firenze dedica a Desiderio da Settignano (1429 circa – 1464), scalpello che nel terzo quarto del Quattrocento fu profeta del cosiddetto “Dolce stile” e, purtroppo, morì a soli 35 anni.
La mostra, in programma al Bargello dal 22 febbraio al 3 giugno, nasce da una collaborazione tra il museo fiorentino, il Louvre e la National Gallery di Washington che ha portato ad una raccolta quasi integrale delle opere di Desiderio sparse per i centri espositivi del mondo. L’attività dello scultore originario di Settignano è una testimonianza significativa dello stile fiorentino degli anni Cinquanta e Sessanta del Quattrocento, il momento che segue la partenza di Donatello per Padova (1443) e in cui una nuova generazione di autori sviluppa nella città medicea il linguaggio formale del Rinascimento. Assieme ad altri artisti (tra questi Antonio Rossellino) Desiderio caratterizza il suo linguaggio formale come uno “stile dolce”, appunto capace di unire un sensibile trattamento della materia alla dolcezza delle figure e alla forza delle espressioni in uno straordinario catalogo di opere, realizzate principalmente in marmo. Come e più di Donatello, Desiderio raggiunge nella lavorazione del marmo un livello di perfezione formale raramente eguagliato. La produzione autografa per forza di cose è ristretta, essendo l’artista deceduto precocemente, ma il Museo nazionale del Bargello comunque ha la fortuna di possedere nelle sue collezioni un cospicuo gruppo di opere desideriane, tra cui la celebre statua del San Giovannino Martelli, secondo gli studi più attuali, frutto della diretta collaborazione tra Donatello e Desiderio nonché dimostrazione del loro profondo legame artistico, testimoniato anche da Giorgio Vasari.
Desiderio da Settignano, Busto di giovinetto,   (marmo, h. cm 39), Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. 95 SL’esposizione si articola in diverse sezioni tematiche, in grado di sviluppare tutti i generi della scultura desideriana e mettere in luce alcune tipologie artistiche e alcune problematiche essenziali per la comprensione dell’artista e della sua epoca. Della sezione “Ritratti” fanno parte gli splendidi busti del Bargello (Ritratto di gentildonna e Ritratto di giovinetto, in particolare), uniti alla celebre Marietta Strozzi, concessa eccezionalemente dal Bode Museum di Berlino. Di grande interesse è la parte della personale dedicata ai “Rilievi”. Desiderio è sempre stato considerato dalla critica un virtuoso dell’intaglio marmoreo. Dopo Donatello è praticamente il solo a sviluppare la tecnica dello “stiacciato”, cioè del rilievo di minima profondità di cui il Tondo Arconati Visconti (del Louvre), la Madonna Desiderio da Settignano, Busto di gentildonna, (marmo, h. cm 47), Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. 62 SPanciatichi (del Bargello) e la Madonna Foulc (da Philadelphia) sono espressione. La sezione dedicata alla “Scultura decorativa” apre uno squarcio sulla vita lavorativa all’interno della bottega di Desiderio e suo fratello Geri, a suo tempo famosa anche per la lavorazione e l’intaglio della pietra serena. Le due opere monumentali e inamovibili, il Monumento funebre di Carlo Marsuppini, in Santa Croce (realizzato tra il 1455 e il 1459) e il Tabernacolo del Sacramento, in San Lorenzo (tra il 1459 e il 1461) costituiscono ovviamente parte integrante della mostra fiorentina, che dal Bargello si estenderà sia verso le sale del Museo, sia verso le due illustri basiliche. Questo evento espositivo, nelle intenzioni della curatrice Beatrice Paolozzi Strozzi, rende giustizia a uno straordinario “virtuoso” del marmo, mettendone in evidenza il ruolo di primo piano nella storia della scultura toscana del Quindicesimo secolo, come pupillo di Donatello e come interprete più sensibile e più moderno della sua lezione. Non a caso, all’arte di Desiderio guarderà con particolare attenzione il giovane Leonardo, nei suoi studi sullo “sfumato” non meno che nella resa psicologica dei suoi personaggi. La mostra vuole anche essere l’occasione per confrontare la maggior parte delle opere dello scultore, consentendo così di approfondire la conoscenza del suo stile e della sua tecnica, nonché dei “generi” decorativi in cui si specializzò la sua bottega.

Desiderio da Settignano, “La scoperta della grazia nella scultura del Rinascimento”
Firenze, Museo nazionale del Bargello, dal 22 febbraio al 3 giugno
A cura di Beatrice Paolozzi Strozzi
Catalogo: 5 Continents Editions
Per informazioni: 055 290383
www.desideriodasettignano2007.it

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