La storia di un’illustre dozzina di palermitani che hanno trovato il successo lontano dalla loro città e che a questa in un modo o nell’altro restano attaccati. Ecco in estrema sintesi il volume scritto dal giornalista (palermitano) Nino Sunseri per la (palermitana) Società editrice L’Epos. Un gesto d'amore per il capoluogo siciliano da parte dei figli di quella che un tempo si chiamava la ‘buona’ borghesia palermitana. Figli che hanno in comune il fatto di avere lasciato quasi contemporaneamente la propria terra d’origine - senza mai perderne le radici e il senso di appartenenza – raggiungendo posizioni di vertice nella finanza che conta, nella grande informazione, nella migliore industria. Personalità di assoluta eccellenza come – solo per fare qualche esempio - Pietro Calabrese, Massimo Capuano, Gaetano Miccichè, Antonello Perticone e Gianni Riotta.
Una generazione di talenti e giovani capaci che è riuscita ad emergere, “ognuno per i fatti suoi, con il proprio impegno, la disciplina e i sacrifici – ricorda l’autore nell’introduzione - perché lavorano tutti nell’industria privata e il giudizio del mercato non è influenzabile dalle fratellanze”; “una potenziale classe dirigente - sottolinea nella premessa Gianni Pugliesi - che avrebbe potuto portare il proprio contributo alla crescita e allo sviluppo del capoluogo siciliano e dell’Isola, che invece ancora troppo spesso perdono risorse importanti e preziose”.
L’idea di partenza del volume, dice l’autore, era quello di costruire una ‘passerella di testimonial di talento’ costretti a lasciare la città “per sfuggire all’oppressione di un ambiente che, senza scomodare il Gattopardo, non considera il dinamismo la sua principale qualità”. Poi ne è venuto fuori anche un messaggio di incitamento per quanti non sono partiti e soprattutto per i giovani.
La ricerca è cominciata dai palermitani di Milano, quindi da uomini d’azienda, banchieri e giornalisti. Gente familiare all’autore che da un quarto di secolo si occupa di cronaca finanziaria ed economica: Gaetano Miccichè, responsabile della divisione Corporate di Banca Intesa (la più importante carica operativa dopo l’amministratore delegato Corrado Passera), Gianni Riotta oggi direttore del Tg1, Angelo Sayeva ad di Itedi (la finanziaria della Fiat da cui dipendono ‘La Stampa’ e Publikompass) e Massimo Capuano, ad di Borsa Italiana. L’elenco si è poi arricchito di personaggi di assoluto rilievo: Antonello Perricone, ad di Rcs-Corriere della Sera, Nino Lo Bianco, pioniere della consulenza aziendale, Pietro Calabrese, direttore di Panorama, Gioacchino Attanzio – ‘Yaki’ – direttore generale dell’AIdAF, l’associazione che raggruppa le aziende familiari, ovvero il nocciolo duro del sistema produttivo italiano. Completano il parterre nomi forse sconosciuti ai più, ma non per questo di minore prestigio: Carmelo Casentino, ad di Aermacchi, Gepi Ferrato, dg di Cairo Editore e dell’Editoriale Giorgio Mondadori, Alessandro Salem, dg dei contenuti Mediaste, Vito Varvaro, ad di Procter Gamble Italia, Vicky Gitto, pubblicitario, ad di DDB Italia e last but not list Marella Caramazza, dg dell’Istud, antica scuola di formazione manageriale.
Ad emergere dal libro - il cui piano di lavoro è nato a Roma, neanche farlo apposta in Via Sicilia - non è una semplice storia di emigrati di successo, ma l’affresco di un’intera generazione. Pagine ricche di spunti che ci spingono ancora una volta ad interrogarci sull’identità di questa grande città del sud, “città viva, complessa, contraddittoria, insieme generosa e pigra…ancora oggi incerta nel darsi modelli e obiettivi”, come scrive nella prefazione Giovanni Pepi. “Una città che resta roccaforte principale del potere mafioso, ma – ricorda ancora Pepi - che contro la mafia ha saputo esprimere gli antagonisti maggiori”.
Nino Sunseri
Palermitani
L’epos
Pagg 244, euro 18,00