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Libri / Young italian GentleMen

di Giovanna Canzi

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16 febbraio 2007

Galleria fotografica

Gli antichi Greci li chiamavano “Kaloi kai Agazoi”: uomini che nella loro armonia esteriore, incarnavano un ideale di virtù superiore. Un connubio fra bellezza fisica e forza morale, come quella che traspariva dalla vita di Pericle o di Alcibiade. Chiamati oggi “GentleMen” - nell’era della globalizzazione è la lingua anglosassone ad avere la meglio – questi stessi individui, belli di aspetto ed eleganti nell’animo, continuano a esercitare una sommessa ammirazione. Puoi leggere il loro nome in testa ai colophon dei magazine più venduti o nel consiglio di amministrazione dell’aziende (quasi sempre di famiglia) che contano, ma raramente li vedrai fra calciatori e veline in un talk show televisivo. La loro principale virtù è l’essere defilati, il loro stile di vita è l’understatement. A scovare alcuni esemplari di questi individui, quasi mitici, eppure reali, Donatella Sartorio, giornalista di moda e costume, che nel volume “Young Italian GentleMen” (Edizione italiana e inglese, Valentina Edizioni, 50 euro) ci trasporta nell’esistenza di quattordici uomini di stile. Una galleria di immagini e parole per raccontare una generazione di trenta-quarantenni fuori dal comune, che “prima pensano e poi agiscono”, come ci racconta l’autrice, e “che sono l’esatto contrario di quella Milano da bere, con cui spesso è stata identificata la capitale meneghina”. Esponenti di quella che un tempo era definita “borghesia illuminata” i “ragazzi perbene” del volume non si sono adagiati sulla loro fortuna iniziale, ma stando alle parole del sociologo Domenico De Masi “progettano, corrono e vincono in proprio”. Attori come Bartolomeo Ruspoli, architetti come Tito Canella, avvocati come Francesco D’Urso e imprenditori come Beppe Bellora e Guglielmo Miani, i giovani qui raccontati, pur diversi per temperamento e professione, sono tutti legati dal quella “Gentleness” che li distingue dal resto del mondo. Vissuta da ognuno in modo intimo e personale, questa attitudine si colora di mille sfumature: se per qualcuno, come il produttore cinematografico Francesco Melzi d’Eril, “è il non farsi accecare dal denaro e da altre follie” per altri è “la capacità di non abusare del proprio successo, di rispettare chi non ha vinto”, come sottolinea il giornalista Emanuele Farneti, mentre c’è chi - come lo stilista Kean Etro - che la vive come una sorta di filosofia, che guida le scelte della propria esistenza “la Gentleness è semplicità, è non forzare mai gli eventi e la natura. E’ lasciar scorrere la vita, come l’acqua, come la luce”. Ad accompagnarci in punta di piedi nel composito mondo dei nostri GentleMan una fuori classe dell’obbiettivo. Spagnola di Figueras, l’eclettica patria di Dalì, Cristina Nuñez con i suoi scatti mai convenzionali e omologati ha offerto uno sguardo profondo, acuto e nel contempo leggero dei loro universi. Uno sguardo essenzialmente sociologico, volto a penetrare in profondità le pieghe di quattordici esistenze. Un lavoro complesso, durato tre mesi, che ha portato la Nuñez a svelare la “gentilezza” di ognuno, attraverso dettagli, situazioni ed emozioni. Un’esperienza intensa, che rivela la profonda empatia fra chi fotografa e chi è fotografato, in un percorso che - come definisce Giovanna Calvenzi nell’introduzione del libro - va oltre “la traccia visibile” dei soggetti scrutati e in un apparentemente impossibile esercizio creativo, riesce a far emergere il loro più intimo “essere”.

Young Italian GentleMen
di Donatella Sartorio
Foto di Cristina Nuñez
Edizione italiana e inglese,
Valentina Edizioni,
50 euro

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