Napoli non è tanto un problema di "pacchetto sicurezza", quanto piuttosto di welfare, di azioni pubbliche a contrasto della povertà. La tesi, condivisa da alcuni dei più illustri studiosi della questione partenopea, è al centro di "Forcella tra inclusione ed esclusione sociale", esordio letterario di Luigi Merola, prete anticamorra da oltre sei anni impegnato come parroco nel quartiere a rischio della metropoli.
La Forcella di ieri è il luogo che ospitò la vicenda raccontata nel primo episodio del film di Vittorio De Sica "Ieri, oggi e domani", in cui una donna si fa mettere ripetutamente incinta dal marito per evitare il carcere. Nella Forcella di oggi purtroppo c'è poco folclore e molto dramma, come testimonia la sciagurata morte di Annalisa Durante, innocente ragazzina che nella primavera del 2004 ebbe la sfortuna di trovarsi nel proverbiale posto sbagliato al momento sbagliato, finendo vittima di un agguato camorristico destinato al boss Salvatore Giuliano. Forcella oggi è infatti un luogo in cui, secondo l'Istat, il 66% dei residenti ha la quinta elementare ed il 29% la terza media: la disoccupazione dilaga e la malavita organizzata trova terreno fertile. Merola ce la racconta senza retorica, con l'attenzione di un sociologo (nel libro abbondano tavole di dati) e la prosa vibrante - perché sentita - dell'"insider", di chi vive dall'interno gli ambienti dell'esclusione sociale. Per la realizzazione del saggio sono stati somministrati questionari ed effettuate interviste (alcune, molto toccanti, sono pubblicate in appendice) su un campione dei 10mila abitanti dell'antico quartiere, la cui estensione misura appena 200mila metri quadri. Dalla ricerca emerge che l'esclusione sociale, in quel contesto, si trasmette da famiglia a famiglia per diversi motivi: la mancanza di una casa dignitosa, la scarsa possibilità di lavoro (lo sviluppo dell'area è stato letteralmente bloccato dalla camorra), la bassissima scolarizzazione, la scelta di un matrimonio precoce, magari «per tradizione», che spesso finisce male. «Infine – scrive Merola – incide la condotta civica e lo stigma penale che spesso viene portato dietro a vita, aggravando l'esclusione dal mercato del lavoro, perché nessun datore di lavoro è disponibile ad assumere chi ha precedenti». C'è voglia di riscatto, tuttavia, in questo quartiere che ben rappresenta la Napoli ferita. Un riscatto che va incanalato, secondo Merola, con la costituzione di una «rete stabile di relazione» tra le diverse forze presenti sul territorio, dalle istituzioni alla chiesa, per passare «dalla fase dell'emergenza a quella della progettazione comune».
Luigi Merola
"Forcella tra inclusione ed esclusione sociale"
Guida Editore
Euro 10,00
pp. 164