Malinconico e agrodolce l'ultimo libro di Charles Simmons, Acqua di mare: un dolce amaro che fa dire al giovane protagonista «le onde dal lato dell'oceano lanciavano spruzzi. Credo di avere pianto. Lacrime e acqua di mare hanno lo stesso sapore». Parole quasi mai fuori posto e ritmo in progressione veloce trasformano queste 150 pagine in un racconto di formazione, che oltre agli evidenti richiami a Primo amore di Turgenev sembra ispirarsi anche alle saga marina di Martha's Vineyard dei giovani Kennedy. È il 1963 e il sedicenne Michael trascorre una vacanza con i genitori a Bone Point. Una "gita che ha per faro" l'affascinante "padre" del giovane protagonista, "suo compagno" di lunghe nuotate, sferzanti giornate in barca, dei primi veri discorsi sulla vita lungo le note di un'estate che segnerà definitivamente un adolescente bello e aitante. Scorribande sulle onde e tenere complicità tra padre e figlio vengono interrotte dall'irrompere sulla scena di Zina, bellissima giovane fotografa russa e di sua madre, novella madame de Volange, che ha preso in affitto parte della casa della madre del protagonista. Per il giovane è colpo di fulmine, anche per Zina, e tutto scorrerebbe liscio se non fosse che a far colpo sulla ragazza è in realtà l'affascinante padre di Micha. Prevedibilmente ricambiata Zina vivrà la sua storia "segreta" con il padre, angosciando Michael e incrinando definitivamente l'idillio padre-figlio. Lo scontro generazionale è rinviato e vinto per sempre dalla morte per annegamento del fascinoso padre del protagonista. Tutto chiaro fin dall'incipit: «Nell'estate del 1963 io mi innamorai e mio padre morì annegato». Se non fosse per la freschezza del protagonista e per le atmosfere dense di salsedine ben poco però resterebbe di questa storia dalla asimmetria un po' strabica e dal complesso edipico pret a porter di un autore nato nel 1924 che si cimenta col retroterra degli anni sessanta senza mai confrontarsi con l'intorno. Il ritmo è denso anche se a tratti la sensibilità forzatamente al femminile dell'autore sconfina in uno scontato che le impedisce di addentrarsi oltre la superficie. Troppi gli stereotipi (il maschio eterno cacciatore, la moglie gelosa e repressa, la russa bella e facile) che avrebbero potuto essere meglio sfruttati. Un racconto dallo scritto curato, mai ridondante, sempre leggero, dove proprio la leggerezza è pregio ma forse anche limite.

Acqua di mare di Charles Simmons, Bur, 8,40 euro.

Charles Simmons, americano, è nato nel 1924. Ha lavorato come editor alla "New York Times Book Review" e ha pubblicato cinque romanzi, tradotti in francese e in tedesco. Il primo, Powdered Eggs, del 1964, ha vinto il William Faulkner Award. L'ultimo, Acqua di mare, del 1998, è la prima opera di Simmons che appare in traduzione italiana, ed è qui accompagnato da un'intervista inedita con l'autore.

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