"Ufo Robot Goldrake" è la prima serie animata giapponese avente al centro un super robot ad essere arrivata in Italia. E' cosa nota che l'esordio avvenne su Raidue nell'aprile del 1978, nonostante l'opera fosse uscita in Giappone tre anni prima. Meno noto è il fatto che il lavoro, firmato da Go Nagai, subì tagli indiscriminati che andavano in due direzioni: abolire tutti gli elementi che potessero in qualche modo turbare il pubblico più giovane e ogni riferimento alla saga di Mazinga, della quale "Ufo Robot Goldrake" era il terzo capitolo.
A ventinove anni dal debutto italiano, la D/Visual rende giustizia alla avventure del principe Duke Fleed, giunto sulla terra dal pianeta d'origine a bordo del celebre disco volante con robot estraibile per difenderla dalle mire espansionistiche di Vega. Vengono infatti presentati in anteprima europea a "Comicon", salone internazionale del fumetto e dell'animazione in programma a Napoli fino al 29 aprile, i primi due Dvd dell'unica versione di "Ufo Robot Goldrake" approvata dall'autore, contenenti dodici episodi ed extra con le "anticipazioni" delle puntate successive. Il progetto è ambizioso: saranno riproposte in 12 uscite tutte e 74 le puntate della due serie originali. Gli appassionati apprezzeranno. Finalmente Goldrake anche dal pubblico italiano potrà essere percepito come il naturale prosieguo di una storia cominciata con il capostipite "Mazinga Z" (1972) e continuata con il "Grande Mazinga" (1974). Personaggio di "raccordo" era infatti Koji Kabuto, pilota di Mazinga Z nella prima serie, deus ex machina nella seconda, e "spalla" di Actarus nella terza. Le tre serie uscirono invertite in Italia (prima "Goldrake" su Raidue, poi il "Grande Mazinga" sulle Tv private, in ultimo "Mazinga Z" su Raiuno) e, tanto per complicare le cose, nel doppiaggio a Koji fu cambiato nome: in "Goldrake" si chiama Alcor, in "Mazinga Z" Ryo. Gli aficionados non potranno così non emozionarsi a guardare la prima sequenza dell'episodio I del nuovo "Ufo Robot Goldrake", in cui Koji sorvolando il Fujiama si rivede in flashback a pilotare Mazinga Z. Altra curiosità: nell'episodio III, durante una festa alla fattoria di Rigel, Actarus e Venusia finiscono l'uno sopra l'altra su una balla di fieno, suscitando l'ira del di lei padre. Puntali le giustificazioni della ragazza: «Papà, non è come pensi tu!». Eppure allusioni sessuali proprio non ce n'erano nella versione mandata in onda dalla Rai. Si salta così di episodio in episodio, scoprendo scenette inedite per l'Europa e facendo i conti sempre e comunque con la smisurata maestria di Go Nagai a creare personaggi e mondi.
Siamo in un Giappone minacciato dai dischi volanti di re Vega, eppure a pochi chilometri da Tokyo c'è una fattoria gestita da un anziano cacciatore di Ufo che vanta trascorsi texani, dove si organizzano feste allietate da musica folk. L'ambientazione è infatti "neo-country" (il country come veniva percepito dagli hippie), con personaggi che indossano costumi stivali e frange: il protagonista Actarus/Duke Fleed, in particolare, quando non è in tuta da Goldrake sfoggia gilet e pantalone a frange, neanche fosse Gram Parsons. I cattivi, provenienti dalla spazio lontano, sono bruttissimi e affascinanti. La qualità delle immagini è sorprendentemente buona per un anime degli anni Settanta e, cosa divertentissima, è possibile scegliere l'audio in giapponese, quello con i nomi in originale e quello con i nomi dell'adattamento italiano.