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Caravaggio da Milano

di Marco Carminati

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25 febbraio 2007


Quando e dove è nato Michelangelo Merisi detto il Caravaggio? Sono più di ottant'anni che questa doppia domanda toglie il sonno a storici dell'arte e archivisti. Fonti e notizie indirette hanno permesso fino a oggi di rispondere al duplice interrogativo solo attraverso ipotesi e indizi, ma senza il conforto di un documento preciso e inoppugnabile che risolvesse la questione una volta per tutte.
Vediamo di riassumere le tappe della vicenda. Le fonti più antiche su Caravaggio, come il Bellori (1672) e l'Orlandi (1704), ci riempiono la testa di piccoli errori. Dicono che il pittore morì nel 1609 (invece sappiamo che è morto nel '10), e che quando morì aveva 40 anni (in realtà, ne aveva 39). Per molto tempo ci si basò sulle loro indicazioni e la data di nascita del Merisi venne fatta cadere, per sottrazione, nel 1569.
Al principio del Novecento, Roberto Longhi scovò tra le Inscriptiones del giureconsulto Marzio Milesi un epitaffio decisivo: «MICH. ANGEL. MARISIUS DE CARAVAGGIO / EQUES HIEROSOLIMITANUS / NATURAE AEMULATOR EXIMIUS / VIX ANN. XXXVI M. IX D. XX / MORITUR XVIII IULII MDCX». Tre righe dal contenuto notevole: il testo afferma che Michelangelo Merisi da Caravaggio, «esimio emulo della natura», era vissuto 36 anni, 9 mesi e 20 giorni ed era morto il 10 luglio 1610. Di conseguenza, la data di nascita venne spostata al 1573.
Per molti decenni ci si accontentò di questo dato acquisito e nel 1973 si promossero mostre e manifestazioni per celebrare i quattrocento anni dalla nascita del pittore. Paradossalmente, proprio in quella occasione, la storica dell'arte Mia Cinotti produsse un nuovo e dirompente documento che finì con l'invalidare lo stesso centenario caravaggesco. Tra i documenti della chiesa milanese di Santa Maria alla Passarella (che stava dalle parti di corso Vittorio Emanuele, dove oggi è la Galleria Passarella), la studiosa scovò l'atto di nascita del fratello minore di Caravaggio, che si chiamava Giovanni Battista Merisi e che era nato nel capoluogo lombardo il 21 novembre 1572. Poiché i genitori del pittore, che si chiamavano Fermo Merisi e Lucia Aratori, si erano sposati a Caravaggio nel gennaio del 1571 (esiste il contratto matrimoniale), bisognava per forza dedurre che il primogenito Michelangelo era venuto al mondo circa nove mesi dopo le nozze, alla fine del 1571.
L'anno 1571 venne dunque fissato come il più probabile per la nascita del maestro. Maurizio Calvesi, però, nel 1985 fece di più: tentò di stabilire il giorno preciso. Riconsiderando le indicazioni dell'epitaffio del Milesi, lo studioso arrivò a indicare con buoni argomenti che il pittore poteva essere nato il 29 settembre 1571, giorno della festa di San Michele Arcangelo, dal quale il nome «Michel Angelo» con tutta evidenza deriva. Senza prove certe, ma attraverso una plausibile concatenazione d'indizi, il giorno, il mese e l'anno della nascita del pittore sembravano verosimilmente stabiliti.
Andava adesso chiarito in quale località il piccolo genio era venuto alla luce. A Caravaggio, dove i genitori si erano sposati al principio del 1571? Oppure a Milano, nel territorio della parrocchia di Santa Maria alla Passarella, dove Fermo e Lucia abitavano nel 1572 e dove venne alla luce il fratellino Giovanni Battista?
In questi ultimi anni, gli esperti si sono sguinzagliati come segugi negli archivi caravaggini e milanesi alla ricerca di risposte precise, ma le loro ricerche sono state infruttuose. I registri di battesimo della parrocchiale di Caravaggio, nel volume comprendente gli anni dal 1569 al 1585, non riportano alcun infante corrispondente al futuro pittore. Eppure, sappiamo che in età adulta, quando si trattò di essere nominato cavaliere di Malta, Caravaggio declinò le seguenti generalità: «Michael Angelus... oppido vulgo de Caravaggio in Longobardis natus».
Visto che gli archivi di Caravaggio non davano alcun riscontro, si è andati a scartabellare in quelli milanesi, setacciando le carte riguardanti la parrocchia di Santa Maria alla Passarella, dove si sapeva che la famiglia Merisi dimorava già dal 1572 e dove nel 1577 ancora risiedeva. Per ironia della sorte, dei documenti della parrocchia di Santa Maria alla Passarella sono andati perduti proprio quelli che registravano le nascite dal giugno 1567 fino al 20 ottobre 1571. Che sfortuna! Trovare il documento decisivo che attestasse la nascita del pittore a Milano il 29 settembre 1571 appariva a questo punto un'impresa impossibile. Anche gli studiosi più accaniti delle carte caravaggesche come, ad esempio, Giacomo Berra, si sono dovuti arrendere all'evidenza: «Nessun documento parrocchiale o notarile ci fornisce un'indicazione precisa e inequivocabile sulla data e sul luogo di nascita del Caravaggio» (2005).
Ebbene, l'attesa è finita. Il documento «preciso e inequivocabile» è emerso il 14 febbraio (giorno di san Valentino) nell'Archivio Storico Diocesano di Milano. Ed è sorprendente sapere che a scoprire la chiave di questo enigma non è stato né uno storico dell'arte di lungo corso né un archivista di professione, bensì un brillante ex manager in pensione con la passione per la storia dell'arte, la paleografia e la diplomatica. Vittorio Pirami, 67 anni, pistoiese che vive in provincia di Milano, è un signore alto, atletico, coi capelli candidi e fluttuanti come quelli di Albert Einstein. Nella vita professionale si è occupato di grande distribuzione e ha lavorato per il gruppo Fininvest. Nel tempo libero, e soprattutto in occasione della pensione, si è messo a coltivare con molta serietà e determinazione la storia dell'arte e l'archivistica, frequentando come uditore l'Università Statale di Milano per seguire, tra l'altro, le lezioni del professor Giulio Bora, grande esperto della Milano borromaica. Il "maturo" allievo ha dimostrato una particolare attitudine per le ricerche d'archivio, e si è concentrato sul recupero di notizie su pittori italiani e fiamminghi attivi a Milano nel XVII secolo.
Siamo di fronte al classico caso di "serendipity": cercando notizie su oscuri maestri di stanza a Milano, Vittorio Pirami si è imbattuto nell'anello mancante, nel documento decisivo tanto a lungo atteso, nella notizia davvero «bomba»: ha trovato la registrazione del battesimo di Michelangelo Merisi. E l'ha trovata dove nessuno si aspettava che fosse e dove nessuno, ovviamente, è mai andato a cercarla. Cioè tra i registri della parrocchia milanese di Santo Stefano in Brolo, chiesa tutt'ora esistente in piazza Santo Stefano. Consultando il volume relativo agli anni 1564-1587, sotto l'anno 1571, sotto il mese di settembre e al giorno 30, così il fortunato ricercatore ha potuto leggere: «Adi 30 fu batz.o Michel angelo f. de d. fermo merixio et d. Lutia de oratoribus / compare d. fran.co sessa». Che sciolto dalle abbreviature e tradotto dice: «Oggi 30 fu battezzato Michel Angelo, figlio del signor Fermo Merisi e della signora Lucia Aratori. Compare il signor Francesco Sessa».
Immaginate l'emozione del Pirami. Michelangelo Merisi, figlio di Fermo e di Lucia Aratori viene battezzato a Milano nella chiesa di Santo Stefano in Brolo il 30 settembre 1571 alla presenza del padrino Francesco Sessa. Molto probabilmente la sua nascita è avvenuta il giorno prima, il 29 settembre 1571, come il bravo Calvesi aveva da tempo sospettato. Lo scopritore del documento ha subito avvertito il direttore dell'Archivio Diocesano, monsignor Bruno Bosatra e ovviamente informato il professor Giulio Bora, il quale, confortato dall'esame diretto e dal parere positivo di Silvio Leydi (uno dei più grandi esperti italiani di documenti antichi), ha contattato la nostra redazione per annunciare attraverso il Sole-24 Ore che il giallo del luogo e del giorno della nascita di Caravaggio è stato finalmente risolto.
Resta da capire come mai la famiglia Merisi sia andata ad abitare nella parrocchia milanese di Santo Stefano in Brolo, e perché subito dopo la nascita di Michelangelo si sia trasferita in quella di Santa Maria alla Passarella. E resta da capire chi fosse mai questo Francesco Sessa che ha fatto da padrino al battesimo. Ma questi, ormai, sono solo dettagli. Vittorio Pirami sta approntando un saggio scientifico sul ritrovamento da affidare alla stampa specializzata. E la rivista longhiana «Paragone» ha già accettato di accoglierlo. In effetti è la sede più adatta perché proprio dal grande Roberto Longhi scaturirono i primi e più pressanti interrogativi su Caravaggio.

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