Al suo sesto romanzo (ricordiamo tra gli altri La famiglia Winshaw, La casa del sonno, La banda dei brocchi), lo scrittore inglese Jonathan Coe, 45 anni, torna con La pioggia prima che cada, un'altra saga familiare, questa volta tutta al femminile. Il libro è stato pubblicato in Italia prima che nel resto del mondo, un atto di amore dello scrittore nei confronti di un paese che adora e che l'adora. La trama è piuttosto complessa. Alla sua morte (infarto, ma è aperta l'ipotesi del suicidio: cosa ci facevano sul tavolo il bicchiere di whisky e il flacone di sonnifero vuoto?), la sessantenne Rosamond lascia registrate su nastri le descrizioni di venti fotografie che dovrebbero servire a tale lmogen (lo stesso nome della protagonista dello shakespeariano "Cimbelino") per ricostruire la propria storia. Nessuno degli eredi (l'adorata nipote Gill e suo marito) sa chi sia lmogen, erede anch'essa. Ricordano vagamente una bambina cieca incontrata molti anni prima. Ascoltando i nastri, apprendono insieme al lettore la storia di Rosamond e della sua famiglia. E dei suoi amori lesbici, in particolare il rapporto irrisolto con Beatrice (lealtà infantile la definisce Coe), e quello nei confronti di Rebecca, il grande amore, con la quale Rosamond cresce una bambina. Quando gli eredi, grazie alle tracce lasciate dalle "foto raccontate", ritrovano Imogen, la tragica scoperta: pochi giorni prima di compiere 17 anni, la ragazza era morta, investita da un'automobile. Il libro quindi inizia e finisce con una morte, una sorta di segno di continuità riscontrabile nel dialogo postumo contenuto nei nastri. In La pioggia prima che cada Coe non affronta temi propriamente "politici", che avevano nettamente caratterizzato i romanzi precedenti (l'Inghilterra della Thatcher e di Blair). Lo scrittore, ama dire, non è un giornalista, non sta sulla notizia. Resta la voglia di contrastare le convenzioni sociali, di mettere in discussione quanto di sacrale c'è nella società inglese (in questo caso, la famiglia e le sue convenzioni).
Coe tocca temi complessi come l'omosessualità, trattandoli con estrema delicatezza. Una delicatezza che deriva dal fatto che considera l'omosessualità una scelta naturale, che riguarda solo la libertà delle persone coinvolte. Quello dell'omosessualità non è però il tema principale, che invece spetta al ruolo dei genitori nella crescita dei figli, e quindi la stessa genitorialità omosessuale, e il problema della "anaffettività" verso i bambini. E va al di là del comune intendere il concetto di famiglia. Quando Beatrice ricompare dal nulla, e porta via la bambina che Rebecca e Rosamond hanno amorevolmente cresciuto, Rosamond non può opporsi, perché Beatrice e il suo nuovo marito sono "tecnicamente" la sua famiglia, seppure "una famiglia di perfetti sconosciuti". Per Coe, è l'assurdo e anacronistico primato del sangue a prevalere: una cosa che non ha senso. Quello che ha senso lo viviamo invece come un sogno, una cosa impossibile ad avverarsi; come la pioggia prima che cada.