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Parmigianino incisore: un foglio "unico e straordinario" a Palazzo Bossi Bocchi

di Silvia Giuberti

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6 luglio 2007

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Numero civico: otto. Parmigianino torna a casa. Un percorso di cera su planimetrie di carta e alchemici indirizzi. L'inconfondibile "spontaneità, sicurezza di segno, dinamicità di linea" come sublime scorciatoia verso la città natia. E un' unica indicazione per non smarrirsi: lo sguardo attento di uno studioso parmigiano.
Otto: da Roma a Parma, metà dell'intera e controversa produzione grafica da Francesco Mazzola si accasa su un unico foglio in carta pesante vergata. E nella morbida bellezza testimonia genio e lungimiranza, studio e invenzione di un artista "di rottura" che coniugò mistero e intuizione.
Palazzo Bossi Bocchi di Parma espone sino al 15 luglio quella che è stata definita "opera mirabile" di indubbio pregio e rarità: un foglio dalle dimensioni di mm 382 x 558, accolto e protetto entro una sobria cornice dell'epoca, che contiene, disposte su due registri, otto acqueforti del Parmigianino. Un foglio che comparve in origine sul mercato antiquario all'interno di un volume, edito a Roma nel 1575 a cura di Antonio Lafreri, che raccoglieva sia l'opera "Speculum Romanae Magnificentiae" sia fogli di diversi incisori cinquecenteschi, spesso "prove di stampa" anteriori all'edizione stessa.
Giuditta, La Malinconia, La Natività, Giovane seduto e due vecchi, San Giacomo Maggiore, L'Annunciazione, Il giovane pastore, La Vergine col Bambino: "tutte le tematiche presenti nel foglio parmense" sottolinea la Soprintendente Lucia Fornari Schianchi " sono state tradotte separatamente e con millimetriche variazioni di dimensioni. Mai, finora, erano apparse riunite su un unico supporto e secondo una impaginazione che costituisce una rarità".
Un "unicum" che -quasi a seguire un destino seducente e misterioso quanto gli esperimenti alchemici che, tra spirito e materia, animarono l'"adolescente perenne" di inquieta determinazione- si è svelato nell'ossimoro di un'antica modernità: il foglio del Parmigianino, che aveva pienamente intuito le potenzialità della grafica per promuovere la propria produzione in una fase in cui il mercato antiquario era in crescita, è stato scoperto e attentamente valutato da Emilio Mistrali proprio nel corso della mostra d'antiquariato che si svolge a Parma, "Gotha". Proveniente da una collezione milanese, acquistato nel 2006 dalla Fondazione Cariparma, il foglio è stato dichiarato autentico e autografo dalla perizia di Giovanni Grasso Fravegna.
Tra prove di stampa che svelano nuovi segreti ad ogni riesame, lasciando sfiorare in curiosità e immaginazione il pensiero di un artista sulla via della perfezione; tra pannelli didascalici e utensili che svelano la tecnica dell'acquaforte (utilizzata in origine soprattutto per armi o armature, permetteva di incidere il disegno su uno strato di cera applicato sulla lastra di metallo che veniva poi immersa in un acido -acqua forte- corrosivo) e le differenze rispetto alle più diffuse incisioni a bulino (direttamente su lastra di metallo) o alle xilografie (su legno); tra incisioni, infine, di artisti che riprodussero soggetti del Parmigianino, benché il grande disegnatore non amasse "che altri reinterpretassero il suo lavoro", ecco che il foglio raro e mirabile appende in bellezza alla parete documentate novità. Come il numero delle incisioni autografe del Mazzola, ritenute dalla critica antica solo dodici, "per i più restrittivi solo sei", e oggi ben diciotto. Di cui almeno le otto esposte a Parma sono oggi attribuite al periodo di soggiorno a Roma, contrariamente alla secolare convinzione secondo cui solo due incisioni fossero state eseguite nella capitale.
Il valore dell'esposizione consiste soprattutto nell'aver incorniciato la genialità che, per sua natura, opera e dimora oltre il tempo: "Francesco Mazzola raggiungerà una perfezione difficile da comprendere nei primi decenni del Cinquecento (…) comparabile solo nel secolo successivo alle incisioni di Rembrandt".

"L'opera di Parmigianino incisore"
Parma, Palazzo Bossi Bocchi, fino al 15 luglio.
Ingresso gratuito
museo@fondazionecrp.it

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