Le recenti fusioni fra Intesa-San Paolo e Unicredit-Capitalia hanno contribuito a riaccendere ancora una volta i riflettori sul sistema bancario italiano. Un sistema che nel corso degli ultimi quindici anni ha cambiato radicalmente i suoi connotati tanto da diventare difficilmente confrontabile, almeno in superficie, con quello che era stato disegnato e costruito da Alberto Beneduce e Donato Menichella alla metà degli anni '30 e sistemato organicamente nella legge bancaria del 1938. I capisaldi di quell'assetto durato più di mezzo secolo si basavano fra l'altro sulla limitazione della concorrenza, sulla specializzazione bancaria e sulla proprietà pubblica di gran parte del sistema bancario. Aspetti tutti spazzati via dal vento della globalizzazione - fa notare Marcello De Cecco nella prefazione di ‘Storia del sistema bancario italiano', un volume scritto per i tipi Donzelli da Francesco Giordano - che ha cominciato a soffiare forte a partire dagli anni ‘80 e '90 del secolo appena archiviato.
L'impatto dei processi di riforma
Il volume scritto da Francesco Giordano propone un'utilissima ricognizione della storia del nostro sistema bancario che – dato il rapporto sempre molto stretto nel nostro paese fra banca e industria – rappresenta anche un valido excursus dell'intero capitalismo italiano. L'analisi dell'economista - attualmente responsabile dell'Area pianificazione, strategie e studi del gruppo UniCredit - parte dagli anni venti (al termine dei quali si assiste ai fallimenti del Credito italiano e della Banca commerciale italiana), si sofferma sulla legge bancaria del 1936 (che determina l'organizzazione del settore per molti anni a venire e lo sottopone a un forte controllo pubblico, scoraggiando lo sviluppo di un mercato mobiliare maturo ed efficiente) e si snoda via via sulle vicende che porteranno dagli anni '70 in poi a un lungo processo di riforma con l'obiettivo di restituire autonomia gestionale alle banche, promuovere la concorrenza e introdurre il principio della banca come impresa. Giordano ricostruisce nelle circa 270 pagine che compongono il volume l'impatto che tali processi di riforma hanno avuto sull'ordinamento italiano (e che si sommano alle conseguenze di una serie di scandali bancari e a quelle derivanti dallo stesso processo di integrazione europea).
L'introduzione della banca universale e l'avvio delle privatizzazioni determinano la nascita di un mercato finanziario basato su una pluralità di soggetti in concorrenza tra loro - dal 1990 ad oggi il numero di sportelli è praticamente raddoppiato - e il sistema bancario italiano affronta a tutt'oggi la sfida di ricucire il divario tra il disegno che ha guidato la trasformazione e i suoi esiti effettivi.
Francesco Giordano, Storia del sistema bancario, Donzelli Editore, pp. XIV – 270 - euro 32