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Libri / "Italia, tra ambizione timida" e voglia di farcela. La scommessa di Tommaso Padoa-Schioppa

di Stefano Natoli

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27 luglio 2007

L'Italia ha l'ambizione di voler diventare grande, ma si dimostra spesso eccessivamente timida nel raggiungimento di questo obiettivo. È la tesi di fondo che dà anche lo spunto al titolo del volume scritto per i tipi Rizzoli dall'attuale ministro dell'Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa. Un volume che raccoglie – organizzandoli per temi – una serie di articoli pubblicati dall'autore sul Corriere della Sera dall'autunno del 1997 al 2006. Si tratta di commenti e riflessioni su questioni di economia, istituzioni, vita civile italiana ed europea rivolti in special modo, come sottolinea lo stesso ministro, a quel "cittadino interessato" che "è parte" di quella "classe dirigente" composta da persone "che non sono un gruppo costituito, non si scelgono, né sono elette, per lo più non si conoscono tra loro, non decidono collettivamente alcunché…eppure hanno in comune il fatto che le loro azioni e decisioni, quale che ne sia il campo specifico, oltrepassano il confine del particolare, hanno un effetto generale, costituiscono modello per molti".

L'Italia, un ciclista che sa rincorrere man non andare in fuga
"L'Italia è come un ciclista capace di straordinarie rincorse per raggiungere il gruppo, ma incapace di una gara di testa o di andare in fuga", dice l'autore nel primo dei tredici capitoli in cui sono suddivise le 228 pagine che compongono questo libro che ha nella chiarezza espositiva e nella didascalicità del linguaggio uno dei suoi innumerevoli pregi. "Sembra che solo l'angoscia del ritardo e l'incubo della squalifica riescano ad infonderci l'energia e la volontà necessarie per dare il massimo", argomenta il ministro. Precisando come "straordinaria fu la rincorsa del benessere con cui negli anni Cinquanta e Sessanta raggiungemmo i livelli di vita che Francia, Germania, Belgio e Olanda avevano da generazioni". E come altrettanto notevole fu la rincorsa della stabilità "che ci condusse nell'euro". Ora, però, avverte il presidente di ‘Notre Europe' - il centro di ricerca fondato a Parigi da Jacques Delors - stiamo perdendo la "terza sfida", ovvero la rincorsa dell'eccellenza. "Una nuova malattia sembra infatti entrare nella fase acuta: la fiacchezza senile, insinuatasi da circa 10 anni, nella società più che nell'economia", aggiunge l'ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, nonché presidente della Consob, vice direttore generale della Banca d'Italia e direttore generale della Commissione europea. E cita a dimostrazione della "gravità dello stallo" i dati sulla crescita, sulle esportazioni, sulla produttività e sulle nascite. "Come nell'immediato dopoguerra – afferma senza mezzi termini Padoa-Schioppa – così anche oggi c'è un Paese da ricostruire, rovinato non dalle bombe ma da prolungate omissioni, miopi populismi e familismi nell'affrontare questioni fondamentali: istruzione, innovazione, ricerca, riconoscimento del merito, legalità, manutenzione delle istituzioni, giustizia, infrastrutture pubbliche, senso dell'impresa. Le droghe del cambio e del fisco hanno infiacchito non solo l'economia, ma anche la politica economica e perfino il modo in cui la classe dirigente guarda al futuro". Proprio a questa il ministro rivolge l'invito a "ripensare i modi con cui esercitare la propria responsabilità in un mondo completamente mutato". L'Italia – e questa è la buona notizia – "ha i numeri per farcela". In cinque-dieci anni – assicura il ministro – il Belpaese "può ricostruire il suo sistema scolastico e di ricerca, può ripristinare il rispetto e la fiducia nella legge, può migliorare le amministrazioni pubbliche, può attirare i suoi giovani scienziati e operatori economici ora all'estero, può divenire la meta ambita di investimenti esteri." Ma deve crederci. Vincendo quella timidezza di fondo che frena l'ambizione e nasconde il successo.

(Tommaso Padoa-Schioppa, Un'ambizione timida, Rizzoli, pagg 228 – euro 17,00)

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