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La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo

di Stefano Natoli

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6 luglio 2007


Milioni di patiti dei media fanno ricorso ai blog, ai wiki, alle chat e al personal broadcasting per aggiungere la propria voce a un flusso continuo di dialoghi e dibattiti chiamato ‘blogosfera'. I clienti si trasformano da consumer in prosumer, collaborando alla creazione di beni e servizi invece di limitarsi a consumare il prodotto finito. Illuminante, a questo proposito, la rapida e universale diffusione di Wikipedia, l'enciclopedia on line a cui tutti possono accedere e collaborare liberamente. A fare chiarezza su questo nuovo modello economico – che si estende già al di là del software, della musica, dell'editoria, dei farmaci e di altri settori guida fino a coprire quasi ogni area di economia globale – ci pensa Wikinomics, il volume scritto per i tipi Etas dall'economista Don Tapscott (autore di 10 libri di riferimento sui temi dell'economia digitale) e dal direttore delle ricerche della società di consulenza ‘New Paradigm', nonché docente alla London School of Economics, Anthony D. Williams.
Un nuovo modo di concepire l'economia e il business"Le pagine seguenti – sottolineano gli autori – sono piene di storie di gente comune e di aziende che stanno interagendo attraverso modalità nuove e creative per promuovere l'innovazione e il successo". Alcune di queste storie ruotano attorno alla crescita esplosiva di fenomeni che non hanno bisogno di presentazioni, come MySpace (comunità virtuale creata nel 1998 da Tom Anderson e Chris DeWolfe), YouTube (sito - creato nel febbraio del 2005 - molto popolare a livello internazionale, che consente agli utenti il caricamento, la visione e in generale la condivisione di video) e SecondLife (comunità virtuale tridimensionale online creata nel 2003 dalla società americana Linden Lab). La conclusione a cui sono giunti gli autori è che miliardi di individui interconnessi sono in grado oggi "di partecipare all'innovazione, alla creazione della ricchezza e allo sviluppo sociale attraverso modalità che un tempo potevamo solo sognare. E quando una massa così vasta di persone collabora collettivamente può far progredire in modi sorprendenti - ma in ultima analisi anche redditizi - le arti, la cultura, la scienza, l'educazione, il governo, l'economia.
Anche il presente volume, fanno presente gli stessi Tapscott e Williams, "è il prodotto di svariate collaborazioni di vecchia data. Negli ultimi anni, il team di New Paradigm ha condotto numerose indagini di vasta portata su un gran numero di clienti per capire in che modo la nuova Rete (che a volte viene chiamata Web 2.0) cambi la grande impresa e in che modo le imprese innovino, sviluppino rapporti, si propongano al mercato e si facciano concorrenza".
L'ultimo capitolo del libro – l'undicesimo – esemplifica in maniera eccellente lo spirito della wikinomics: contiene solo 18 parole e un invito: "partecipate con noi alla peer production (produzione alla pari, ndr) della guida più completa alla strategia nel XXI secolo all'indirizzo www.wikinomics.com". Una vera e propria chiamata alle armi tesa all'istituzione di una wikinomics community.
(D. Tapscott - A.D. Williams, Wikinomics, Etas, pagg 400 – euro 20 )

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