"Dio è con noi!". La storia è percorsa dal grido allucinato che molti potenti, dittatori ma non solo, hanno lanciato per legittimare agli occhi delle masse una guerra, uno scontro di civiltà, un atto di terrorismo. La religione come movente politico non è solo un fatto di drammatica attualità (Al Qaeda e addentellati), ma una costante della storia. In questo suo libro, Michael Burleigh, storico inglese, docente, nonché studioso della Germania nazista (tra le sue opere, Lo Stato razziale, e Il Terzo Reich. Una nuova storia), racconta gli ultimi cento anni delle vicende sociali e politiche attraverso il rapporto tra politica e religione, mettendo in discussione opinioni consolidate e antichi pregiudizi. Il racconto prende le mosse dagli anni successivi alla grande guerra, quando l'Europa, gravemente provata da quattro anni di conflitto, costituì un terreno ideale di coltura per le appassionate predicazioni di fanatici visionari e di profeti che offrivano "religioni politiche". Sorsero così, e si affermarono nel continente, movimenti che riuscirono a dar vita a totalitarismi con aspirazioni onnicomprensive: il comunismo, il fascismo (non era Mussolini considerato "l'uomo mandato dalla Provvidenza"?), il nazionalsocialismo (le SS e il "Got mit uns") i quali, pur con le proprie peculiarità, proponevano il paradiso in terra, la giustizia sociale, la creazione di un uomo nuovo. Il Partito era idealizzato, quasi una entità mistica, il Capo veniva accostato a un'icona divina, entrambi investiti di una dimensione sacrale, che risaltava in modo impressionante nei riti di adunate oceaniche. Nel solco tracciato dai totalitarismi del Novecento trova la sua collocazione anche il recente movimento del fondamentalismo islamico: alla ricerca di un improbabile riscatto politico, economico e sociale del mondo musulmano in generale, viene promesso ai seguaci che il popolo dell'Islam, riunito sotto un solo governo (totalitario) e guidato da una sola legge, la sharia, potrà avviarsi verso un luminoso futuro. Secondo Burleigh, il terrorismo di matrice islamica non può essere considerato un fenomeno nuovo, ricalcando nella sostanza movimenti "spirituali" già presenti nel mondo occidentale, come gli anarchici, i nichilisti, la stessa Ira, e l'Eta. Considerazione nella considerazione, per molti versi un po' sorprendente: Al Qaeda non costituisce per il mondo una minaccia paragonabile al rischio di catastrofe nucleare che ha accompagnato gli anni della Guerra fredda. Una parte del libro Burleigh la dedica alla difesa dell'operato di Pio XII, secondo lui ingiustamente accusato di essere il "Papa di Hitler". Un difetto del libro sta nell'analisi molto marginale di fatti importanti, come il conflitto etnico-religioso nella Jugoslavia post-Tito, e la grande influenza esercitata dai movimenti integralisti cattolici nella politica americana negli anni Ottanta.
In nome di Dio
Religione, politica e totalitarismo da Hitler ad AlQaeda
Di Michael Burleigh
Rizzoli, 2007
640 pagine, 24 euro