26 settembre 1997, ore 11,42. Una scossa sismica dell'VIII-IX grado della scala Mercalli devasta quelle stesse zone, fra Umbria e Marche, già colpite da una precedente scossa nella notte, alle ore 2,33. Quella mattina, ad Assisi, una trentina fra tecnici, frati, amministratori locali e giornalisti si trovano nella Basilica superiore di San Francesco, proprio per valutare il danno provocato dal terremoto nella notte. Sotto gli occhi delle telecamere di Umbria TV, che registrarono la tragedia in diretta, crollano alcune volte della Basilica, seppellendo due frati francescani e due tecnici della Sovrintendenza. Nessuno potrà riportarli in vita. Ma un danno al patrimonio culturale che pareva insanabile conoscerà un'azione di recupero che diverrà un modello.
Giuseppe Basile, dell'Istituto Centrale per il Restauro, quel tragico giorno era lì, nel prato antistante la Basilica. «L'attimo della tragedia è rimasto scolpito nella memoria – ci racconta – Per mia fortuna in quel momento ero fuori dalla Chiesa. Siamo rimasti tutti lì impietriti dallo spavento e dalla polvere. Quando hanno portato fuori i corpi, i miei poveri colleghi e i due religiosi erano già coperti dai teli. Io intanto sono rimasto a controllare che i soccorritori non schiacciassero le macerie, per non rovinare ogni possibilità futura di recupero degli affreschi crollati. Ho trovato degli ufficiali dei vigili del fuoco molto disponibili. In genere i detriti vengono portati fuori con delle ruspe e schiacciati, cosa che avrebbe precluso per sempre la possibilità di qualche forma futura di intervento. Invece ad Assisi sono stati collocati davanti al prato antistante la Basilica, in tanti monticelli. Per un mese gruppi di 20 volontari guidati da un restauratore si sono avvicendati ed hanno recuperato circa 300.000 frammenti di superficie affrescata, generalmente della grandezza di un francobollo»
Otto anni e 160.000 ore di lavoro, con un investimento di circa 6 milioni e mezzo di euro, tanto è costato ricollocare al loro posto 200.000 di questi frammenti. «I primi tempi ci siamo dovuti occupare degli affreschi rimasti – ci racconta ancora Basile, che dei restauri è stato il direttore – Infatti si dimentica spesso che il crollo ha coinvolto 200 metri quadri di superficie dipinta, mentre quella complessiva affrescata è di 5.000. Dovevamo quindi garantire le condizioni dei restanti 4.800. È seguito poi un periodo lunghissimo di identificazione dei frammenti. L'hanno definito uno dei più grandi puzzle del mondo. Il recupero della vela di San Girolamo, quella che ha causato la tragedia, e degli otto santi in controfacciata, è stato fatto seguendo i metodi tradizionali, testati da Brandi in poi. I primi due santi sono stati ricomposti in un anno, un anno e mezzo. Per il San Matteo di Cimabue è stato invece studiato un progetto di assemblaggio informatizzato. La situazione era molto più tragica, la vela era crollata sopra l'altare maggiore, rompendo una lastra di marmo dello spessore di 30 centimetri e facendo anche un buco nel pavimento. I frammenti di pittura si erano quindi polverizzati. Elementi caratterizzanti come il volto e le mani sono andati distrutti nell'impatto. Il risultato finale appare quindi meno soddisfacente del San Girolamo. Anche nella vela di San Matteo siamo comunque riusciti a ricollocare 25.000 frammenti; altrettanti sono quelli non ricollocabili. Ci siamo infatti imposti come metodologia di lavoro di ricollocare solo i frammenti di cui eravamo certi. Gli altri sono conservati nel vicino Museo, come testimonianza, ma anche nell'eventualità che ulteriori progressi ci permettano in futuro di ricollocarli.»
Il recupero quasi miracoloso della superficie dipinta si è concluso il 5 aprile 2006. Il cantiere dell'utopia, era stato battezzato. A questo cantiere e a documentare le lunghe fasi del restauro delle vele di Cimabue crollate e degli affreschi di Giotto danneggiati sono dedicati il libro e il DVD promossi da Ministero per i beni culturali e Istituto Centrale per il Restauro, curati dallo stesso Giuseppe Basile. Il 26 settembre, in occasione delle commemorazioni del decimo anniversario del terremoto, ad Assisi, la sala stampa della Basilica Papale di San Francesco ospiterà la presentazione delle due pubblicazioni. Sul recupero del patrimonio culturale danneggiato dal sisma del 1997 si riflette invece nel corso del convegno organizzato al Sacro Convento di Assisi.
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