L'amore non viaggia informato. Segue percorsi di carne e intuizioni. Inchioda al rosso del colpo di fulmine. L'imperativo dell'attrazione come segnaletica. Le "sue ragioni" come carburante.
Eppure l'amore romantico naviga in cattive acque. Intrappolato in Rete senza più guizzi di fantasia. Al postalmarket dell'informatizzazione, persone e personalità si immortalano - devitalizzandosi - in fotografie e descrizioni testuali. La verbalizzazione della conoscenza programmata contro l'ineffabilità di un incontro fatale.
Il proliferare di agenzie matrimoniali in Rete - uniti sinché realtà non separi - e il fenomeno dei profili costruiti secondo i modelli standard proposti dai siti, nell'ansiogena ricerca di "originalità linguistica e convenzionalità dell'aspetto", è il pungente e attuale tema di denuncia della terza ed ultima conferenza presentata nel saggio "Intimità fredde. Le emozioni nella società dei consumi" di Eva Illouz, Professoressa di sociologia all'Università di Gerusalemme.
Files e memorie telematiche lasceranno forse tracce della comparsa sulla terra dell'"homo sentimentalis", prodotto di una razionalizzazione che rischia di essere involutiva. Nato nell'era del capitalismo, nutrito a psicologia divulgativa, costretto a cacciare felicità e benessere a tutti i costi - pena la colpevolizzazione - l'uomo delle emozioni è frutto di un paradosso. Nella cultura dell'empatia -sintesi e garanzia di saggezza e di successo sociale della comunicazione - ti ascolto e mi riconosco - della confessione pubblica del privato - audience come assoluzione - la libertà e realizzazione dell'io appare sempre più strutturata, calcolata, misurata e istituzionalizzata. Le emozioni scaldate sul fuoco onnicomprensivo della psicanalisi ma raffreddate da norme, contenitori, test e siti.
Nonostante sia difficile datare le grandi svolte culturali - ammette la Illouz - il 1909, anno in cui Freud tenne in America delle lezioni alla Clark University, potrebbe indicare "l'inizio della grande metamorfosi della cultura emotiva americana". La psicanalisi - democratica e trasversale nel contesto sociale - ha sfumato i confini tra normalità e patologia, donando un fascino inedito a un io "più mobile" e incerto. La piena realizzazione dell'io è divenuta il must che ha unito pubblico e privato, ambiente di lavoro e famiglia, attraverso manuali del manager perfetto, quiz di Intelligenza Emotiva, talk shows contenitori di biografie, corsi di autoaiuto per le più svariate categorie umane, femminismo, questionari di compatibilità amorosa e precari equilibri tra effettivo progresso -sociale e individuale- e mercificazione.
Con il contributo teorico di citazioni dai grandi pensatori di sociologia, psicologia e filosofia, di curiosi e esplicativi sondaggi e interviste e di incursioni nella realtà contemporanea più "trendy" - Oprah Winfrey e Jane Fonda come simbolo della "cultura del vittimismo e del lamento", donne di successo che hanno scritto autobiografie all'insegna della sofferenza psichica del loro passato- la Illouz insegue emozioni e identità nel grande mercato della felicità. Ed è soprattutto nelle agenzie matrimoniali on line, nella conoscenza che precede l'attrazione, nell'innaturale assenza di corporeità -"nella letteratura cyber, il corpo viene spesso designato come la "ciccia", la carne morta di cui è circondata la mente attiva che costituisce il "vero io"- e nell'offerta illimitata che, a dispetto di rosee percentuali dichiarate dai siti-cupido, crea spesso delusione e conseguente cinismo, che l'autrice individua la probabile involuzione dell'homo sentimentalis in "sciocco iperrazionale".
"Intimità fredde" di Eva Illouz
Feltrinelli pagg. 174 euro 18,00