È stato anche un teologo? Voglio dire un teologo sul serio, ricco di verità e affidabile? Ci sono forti motivi per dubitarne. Nel 1984, in una lunga con versazione con Leopoldo Elia e Pietro Scoppola, si è lasciato andare a qual che considera zione che ci rende avvertiti. Egli ha sorprendente mente letto il suo apporto al Vaticano II alla luce della sua partecipazione ai lavori della Costi tuente: «Nel momento decisivo proprio la mia esperienza assembleare ha capovolto le sorti del Concilio stesso». Ma come è possibile – a chi abbia qualche consuetudine di contemplazione della realtà trascendente della Chiesa confrontare e porre in relazione un'accolta disparata di uomini lasciati alle loro forze, ai loro pensieri terreni, ai loro problemi economici e sociali, alla loro ricerca del difficile equilibrio degli interessi, con la convoca zione di tutti i successori degli apostoli, assistita dallo Spirito Santo da essi quotidianamente invocato? Un presbitero legittimamente ammesso alle loro discussioni non può ritenere di avere la funzione di "manovratore strategico" (tanto meno di "capovol gere"); la sua presenza è per aiutare i vescovi, se gli riesce, a chiarirsi e a enucleare al meglio quella verità rivelata che essi (soli maestri, in senso proprio e pertinente, del popolo di Dio) già possiedono, sia pure im plicitamente. Di più, nella stessa circostanza Dossetti addirittura si compiace di aver «por tato al Con cilio – anche se non fu trionfante – una certa ecclesiolo gia che era riflesso anche del l'esperienza politica fatta». Ma che tipo di "ecclesiologia" poteva scaturire da una taleispirazione e da queste premesse "mondane"?
(Tratto da Memorie e digressioni di un italiano cardinale di Giacomo Biffi)