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Laika 50 anni dopo:
un giallo nel cosmo

di Nino Gorio

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30 ottobre 2007

Il 3 novembre 1957 l'Urss lanciò in orbita la famosa cagnetta, destinata a passare alla storia come "primo essere vivente nello spazio". Ma almeno altri sette cani l'avevano preceduta, sia pure solo con lanci sub-orbitali. E recenti rivelazioni dicono che forse l'animale, quando uscì dall'atmosfera, era già morto. Ecco la storia vera (o probabile) di un esperimento crudele che suscitò proteste ma segnò la storia del ‘900, inaugurando la fase più intensa della gara spaziale fra Mosca e Washington.


È passata alla storia col nome di Laika: era una cagnetta meticcia, pelo pezzato, età circa tre anni, che il 3 novembre 1957 fu lanciata dal poligono sovietico di Baikonur (ora in Kazakistan). Laika era a bordo della capsula spaziale Sputnik 2, che compì 2.570 orbite intorno alla Terra e bruciò poi al rientro nell'atmosfera, mesi dopo. "Il primo essere vivente è nello spazio" annunciò la Pravda. Tutti i giornali del mondo seguirono a ruota, senza rendersi conto che mentre andavano in edicola l'"essere vivente" era probabilmente già morto.
Accadde esattamente 50 anni fa. Fu un esperimento crudele, ma forse inevitabile, che segnò la storia del ‘900, scrivendo un capitolo della guerra fredda e gettando le basi dell'avventura umana nel cosmo. Fu Laika a inaugurare, o almeno ad accelerare, la corsa spaziale, che nel 1961 portò in orbita Jurij Gagarin, primo cosmonauta della storia. E fu per rincorrere Gagarin, simbolo del vantaggio tecnologico dell'Urss, che l'America reagì col programma Apollo, facendo sbarcare il primo uomo sulla Luna, Neil Armstrong, nel 1969.
Così Laika è diventata un mito: a lei sono stati dedicati francobolli, monumenti, anche sigarette e cioccolatini. Ma come tutti i miti ha poco di vero. A partire dal nome: infatti l'accalappiacani che raccolse la cagnetta per le vie di Mosca la chiamò Kudrjavka ("Ricciolina"). Il nomignolo Laika ("Colei che abbaia"), più simpatico e più pronunciabile per i non-russi, fu inventato a posteriori per motivi di marketing: motivi speculari a quelli che portarono poi gli americani a chiamare spregiativamente la cagnetta Muttnik ("Bastarda dello Sputnik").
Ma di falso, nella storia di Laika, c'è ben più che il nome: anche il titolo di "primo essere vivente nello spazio" è una pura convenzione, che non corrisponde a verità. Infatti negli Anni '50 e '60 l'Urss preparò per gli esperimenti spaziali una vasta "équipe" di animali, arrivando a lanciare da Baikonur una cinquantina di roditori e quasi 60 cani. Di questi ultimi, almeno sette finirono nello spazio diversi anni prima di Laika (vedi box): l'unica differenza è che i precursori di "Ricciolina" si limitarono a voli sub-orbitali, poco spettacolari.
Dunque, al di là del mito, Laika non fu affatto il primo cane a conoscere l'assenza di gravità: al massimo fu il primo a orbitare intorno alla Terra. Ma oggi anche questo primato vacilla, perché recenti rivelazioni hanno incrinato la ricostruzione tradizionale della storia dello Sputnik 2. In dubbio non è di certo il fatto che il lancio sia avvenuto, ma la durata della sopravvivenza di Laika: infatti la cagnetta potrebbe essere deceduta nella fase di lancio; dunque nello spazio potrebbe essere giunto non un essere vivente, ma un cane già morto.
Per capire i termini del problema occorre fare un passo indietro. Che Laika fosse condannata, era certo già prima della partenza, perché lo Sputnik 2, privo di scudo termico, non poteva rientrare nell'atmosfera senza bruciare. Inoltre le batterie di bordo, che permettevano la vita dell'animale, erano programmate per durare soltanto sei giorni. Perciò, per evitare alla cagnetta un'atroce agonia, era prevista la somministrazione, entro una settimana, di una pasta avvelenata, che in teoria avrebbe soppresso l'ex-Ricciolina "senza farla soffrire".
È naturale chiedersi perché Mosca lanciò Laika in queste condizioni, visto che la morte della cagnetta avrebbe attutito l'effetto propagandistico dell'operazione. L'Urss aveva in cantiere due satelliti più sofisticati dello Sputnik 2: bastava aspettare. Ma era alle porte il quarantesimo anniversario della rivoluzione di ottobre e, in clima di guerra fredda, il Cremlino volle celebrarlo dimostrando al mondo la superiorità sull'America in campo spaziale: a costo di lanciare un satellite approssimativo, privo di scudo termico e dotato di veleno.
Comunque quella pasta mortale non servì: il Cremlino ammise subito che Laika era sopravvissuta nello spazio "solo quattro giorni". La morte fu attribuita alle escursioni termiche troppo forti; ma la tesi non convinceva, perché l'interno dello Sputnik 2 doveva avere una temperatura costante (16 gradi), regolata da un termostato. Tuttavia questa ricostruzione non trovò contraddittori seri fino al 2002, quando durante un convegno a Huston uno studioso russo diede una nuova versione: Laika sarebbe sopravvissuta solo 5-7 ore.
La fonte era più che autorevole: si trattava di Dimitri Malashenkov, dell'Istituto per i problemi biologici di Mosca, un prestigioso ente di cui un tempo era direttore Oleg Gazenko, già responsabile del "piano animali spaziali" dell'Urss (ved box). Secondo Malashenokov le cause della morte di Laika furono due: ci fu davvero un difetto del termostato, che determinò il surriscaldamento dell'abitacolo; ma la causa principale del decesso fu lo stress. In altre parole: Laika, sola e chiusa in una celletta, sarebbe morta di umanissima paura.
Ma forse non andò neppure così: infatti pochi mesi fa da Mosca è trapelata una terza versione (ufficiosa) che accorcia ulteriormente la vita di Laika. Secondo questa tesi, la cagnetta sarebbe deceduta subito dopo il lancio per un guasto all'impianto di ossigenazione. Se la verità fosse questa, la storia dell'esplorazione spaziale andrebbe completamente riscritta: come si diceva, infatti, l'ex-Ricciolina sarebbe morta prima di entrare in orbita. E quindi il primato tradizionalmente attribuito alla cagnetta andrebbe girato ad altri animali.
Ma girato a chi? A un'Arca di Noè. Esclusa Laika, infatti, i primi animali lanciati intorno alla Terra furono 44, tutti in contemporanea: due cagnette. due topi e 40 ratti. L'eterogeneo equipaggio era a bordo dello Sputnik 5, partito da Baikonur il 19 agosto 1960 e rientrato a terra dopo un giorno con tutti i suoi animali sani e salvi. Le due cagnette si chiamavano Belka ("Scoiattolo") e Strelka ("Freccetta"). La seconda somigliava in modo impressionante a Laika, vittima innocente di una guerra fredda combattuta anche a suon di azzardi spaziali.

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