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Storie dalla storia: Budapest muore

di Marco Innocenti

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20 ottobre 2007

Da oggi Marco Innocenti, giornalista del Sole-24 Ore e autore di numerosi libri sulla storia internazionale e del costume del nostro Paese, racconta i grandi fatti del passato e come l'Italia li visse: Storie dalla Storia

Ci sono anni che graffiano, altri che mordono, altri ancora che lasciano ferite profonde, difficili da rimarginare.

(Foto AP)BUDAPEST MUORE
È una giornata fredda quel 23 ottobre 1956 quando una folla di 200mila persone si raduna davanti al Parlamento di Budapest, che si riflette cupo nel Danubio. Operai, artigiani, contadini, soldati. Molti adolescenti, con i loro pallidi sorrisi; molte donne, con il viso segnato dalla sofferenza. Chiedono riforme e libertà, i più eccitati gridano «Fuori i russi, a morte il comunismo». Sembra una sceneggiatura impazzita, è un'insurrezione per la democrazia, una breve avventura, un pugno di giorni per sognare. Il 4 novembre l'illusione diviene incubo. Alle prime luci dell'alba, con violenza assordante, l'Armata rossa invade Budapest. Cade la neve su una città che muore. I ragazzi si immolano contro i carri armati. «Dio salvi gli ungheresi», sono le ultime parole della Radio libera. Poche ore e Budapest è un cimitero. Mosca vince la partita sul campo ma inizia a uscire dalla Storia. E il comunismo si avvia a morire di comunismo.
Foto, video e ddocumenti sulla rivoluzione ungherese


(Foto AP)LA GUERRA DI SUEZ
«L'Ungheria ci avvantaggerà», dice Londra che, con Francia e Israele, è decisa a dare una spallata a Nasser, che ha nazionalizzato il Canale. Non sarà così e l'ottimismo di Downing Street sarà spazzato via dai fatti. Il 29 ottobre 1956 l'esercito israeliano entra in Egitto come nel burro mentre inglesi e francesi lanciano un ultimatum, ponendosi come (falsi) salvatori della pace. È una tragicommedia da teatro di terz'ordine. L'America non ci sta. Il presidente Eisenhower stoppa Londra: un "liberatore" americano non può, in coscienza, fare il complice dei colonialisti. Il 6 novembre il premier Eden accetta il cessate il fuoco dell'Onu e ritira i parà. La Francia lo segue a ruota. Fine dell'avventura: e anche dell'Europa padrona e del "vecchio" Medio Oriente. Si chiude la settimana della verità per la Guerra fredda, dimostrando due piccole-grandi cose: l'Occidente ha abbandonato l'Est al suo destino, Londra e Parigi nulla possono contro la volontà di Washington.


(Foto AP)LA PICCOLA ITALIA
Che cosa fa l'Italietta mentre il mondo cambia pelle? Il 1956 è un anno di avvicinamento al boom economico e di tragedie: i 46 morti dell'Andrea Doria e i 136 di Marcinelle. Il lutto si mescola, per un attimo, agli elettrodomestici che rumoreggiano nelle case, alle serate magiche con Lascia o raddoppia?, ai turisti che a milioni di riversano rumorosi sulle spiagge e alle Seicento che battono orgogliose le strade. Il futuro si chiama automobile: sulla via dell'avventura e della fortuna.

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