Marco Innocenti, inviato del «Sole 24 Ore» e autore di numerosi libri sugli eventi mondiali sul costume del nostro Paese, racconta i grandi fatti del passato e come l'Italia li visse
Mai nessuno è riuscito ad accendere di una luce così viva la fantasia di grandi e piccoli. Con le sue favole, i disegni animati, i film, i fumetti, le musiche, è universale e "immortale": il magico Walt Disney, grande protagonista del "sogno americano".
Mickey Mouse
Nato a Chicago il 5 dicembre 1901, Walter Elias Disney junior è uno dei tanti ragazzi che si fanno le ossa giocando sulla strada e distribuendo giornali. Ma il suo destino è scritto: lavora in un'agenzia pubblicitaria e in una società di animazione, mettendosi poi in proprio nel '23 e iniziando, in un garage di Los Angeles con una vecchia cinepresa, a creare cartoni animati. Prima con un socio, poi con un'équipe, Walt e la sua matita magica si fanno notare. Il primo personaggio a sfondare è Mickey Mouse, Topolino. Il 18 aprile 1928 uno short animato conclude la serata al Colony Theater di New York. Il successo è straordinario, i giornali ne scrivono in prima pagina. Disney diventa il numero uno fra gli studios di animazione di Hollywood e Mickey Mouse un personaggio universale (il fumetto «Topolino», nel '35, debutta nelle edicole dell'Italia fascista, portando divertimento e diffondendo i suoi valori: rispetto, solidarietà, onestà).
Biancaneve e Cenerentola
Nel '33 Disney sfodera I tre porcellini, un fortunatissimo cartoon a colori. Cinque anni dopo il lungometraggio Biancaneve e i sette nani fa la gioia di milioni di bambini. Nel '40 escono Bambi, un capolavoro, e Pinocchio, meno fortunato. Gli studios della Disney sono immensi, i tempi del cupo garage di Los Angeles sono lontani e il ragazzo che distribuiva giornali è diventato un ricco signore di cinquant'anni. Cenerentola, nel '50, è un'altra favola classica, con una profonda ispirazione. Lo stesso anno la Disney entra nella cinematografia tradizionale: «L'isola del tesoro» è il primo film girato interamente dal vivo, senza nessuna sequenza in animazione. Cambiano i tempi e gli stili ma restano il fascino della fiaba e la magia dei personaggi targati Disney: «Lilli e il Vagabondo», «La bella addormentata nel bosco», «La carica dei 101».
L'ultimo capolavoro
Walt si dedica a Disneyland, un grande sforzo per un'opera straordinaria, e i bambini di tutto il mondo gli sono grati. Nel '64 l'ultimo capolavoro: «Mary Poppins», con Julie Andrews. Walt è sempre lui, sempre grande, con i suoi ricordi e le sue emozioni. Ma il fisico lo tradisce: il «Papà di Topolino» è stanco e malato. Nella primavera del '66 gli asportano un polmone. Il 15 dicembre un collasso cardiocircolatorio gli è fatale, ponendo fine alle sofferenze del businessman e del grande sognatore. Commenta Ronald Reagan: «Da oggi il mondo è più povero».